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VIAGGIO TRA LE OPERE IN MOSTRA

Con Caravaggio la notte
irrompe nella coscienza

di MARCO GOLDIN
Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598 circa (Detroit, Detroit Institute of Arts)
Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598 circa (Detroit, Detroit Institute of Arts)
Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598 circa (Detroit, Detroit Institute of Arts)
Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598 circa (Detroit, Detroit Institute of Arts)

Marta e Maria Maddalena, dipinto da Caravaggio attorno al 1598, indica come il buio, o la notte, entrino effettivamente nelle stanze, le visitino, le abitino. Quella notte che non è solo naturalistico riprodurre la luna e le stelle, ma, talvolta di più, impatto nella coscienza. È questo il periodo in cui si attua un vero mutamento nella visione di Caravaggio, soprattutto nel rapporto tra la luce e l'ombra. E lo vediamo proprio nella collocazione spaziale, e luministica, di Marta e Maria Maddalena, la prima avvolta, e quasi invasa, dall'ombra, la seconda preda della luce. Luce che, tra l'altro, tocca anche lo specchio su cui la Maddalena posa la sua mano sinistra, secondo un'immagine che appartiene alla Seconda Lettera ai Corinzi di san Paolo, nella quale si nomina lo specchio in relazione alla conoscenza dell'elemento divino. Il grumo d'ombra alle spalle delle due donne, quel bagliore di luce umida, verdastra, acquatica sul lato sinistro, attorno alla testa di Marta, dicono della lezione veneta cinquecentesca e prima, per li rami, del chiaroscuro di Leonardo.
Dentro questa temperie si forma quindi la notte caravaggesca, che aveva avuto un precedente en plein-air nell'Estasi di San Francesco di Hartford, ugualmente presente in mostra. Così la bella composizione del quadro va da questo sprofondamento entro le misure del chiaroscuro ancora parzialmente atmosferico, alla carnalità e alla vita delle figure di Marta ma soprattutto della Maddalena, esposta nella sua luce che rivela. Quella vicinanza quasi con Courbet di cui ha parlato Longhi, in una delle sue audaci, e meravigliose, pagine. Ombra, luce dell'ombra, notte, questa di Caravaggio, che crea un nuovo spazio, un luogo nuovo, che mette insieme il reale e la sua verità con la potenza drammatica, umanissima, di apparizioni astratte. Tutte volte a costituire grumi, e di più golfi di buio, insenature, rocce inavvistate, profondissimi mar dei Sargassi. Alghe sparse, costellazioni nelle tenebre dove le stelle siano state cancellate e sola si veda, nella sua immensità, una notte priva di confini.
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