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Bremec, il salvagol. Parole e parate la ricetta vincente

CALCIO SERIE B. Nel Vicenza del doppio blitz protagonista il portiere. «Tra di noi parliamo molto, prima e durante la partita Io sono l'ultimo baluardo, ma mi aiutano i compagni»
Nicolas Bremec, 35 anni, &#232; catalano di Barcellona, ma a 12 anni con la famiglia si &#232; trasferito in Uruguay
Nicolas Bremec, 35 anni, &#232; catalano di Barcellona, ma a 12 anni con la famiglia si &#232; trasferito in Uruguay
Nicolas Bremec, 35 anni, &#232; catalano di Barcellona, ma a 12 anni con la famiglia si &#232; trasferito in Uruguay
Nicolas Bremec, 35 anni, &#232; catalano di Barcellona, ma a 12 anni con la famiglia si &#232; trasferito in Uruguay

Il Vicenza ha cambiato volto con il mercato di gennaio e tra i tanti nuovi arrivati Nicolas Bremec è diventato subito un protagonista. Decisive le parate del portiere per portare a casa i tre punti dalle trasferte di Verona e Brescia, fondamentale la sua capacità di trasmettere sicurezza anche ai compagni della difesa, imbattuta nelle ultime due gare.
Bremec, che aria tira adesso nello spogliatoio?
«Buona, non c'è dubbio, però siamo consapevoli che la strada è ancora lunga e difficile».
Di sicuro le due vittorie...
«Ti fanno stare un po' più tranquillo e poi cambia l'energia con cui lavori, perchè senti che anche fuori dallo spogliatoio aumenta la fiducia in chi ti sta attorno, però guai a rilassarsi, sempre terzultimi siamo».
Come va con l'allenatore Dal Canto?
«È uno di poche parole, però da subito ci ha tramesso il suo credo, il suo modo di essere in campo, poi queste due vittorie, che nessuno si aspettava, hanno aiutato, sono 6 punti che saranno molto importanti quando alla fine si faranno i conti».
Come ci si allena con un tecnico quasi coetaneo?
«In effetti credo che tra e me lui ci siano due anni di differenza, ma questo non conta perchè io sono giocatore e già questo crea un distacco, comunque pensate che l'allenatore dei portieri, Michele De Bernardin, ha addirittura un anno meno di me! Caso mai può esserci qualche problema se ci hai giocato assieme, come ad esempio quando ero al Taranto e venne preso Dionigi, ma solo perchè per forza di cose c'è molta confidenza».
Cosa l'ha colpita di più di questo Vicenza?
«Che è squadra, che sa soffrire, a Verona lo abbiamo dimostrato in pieno e siamo stati ripagati dal gol-vittoria che è arrivato, mi pare, a 15' dalla fine. E poi c'è l'esperienza di tanti giocatori che pesa, si vede che sanno vivere lo spogliatoio e che in campo sanno gestire certe situazioni».
Lei di sicuro non si annoia, di lavoro ne ha parecchio!
«Ci sta, fa parte del mio ruolo, poi sono contento perchè in campo ci diamo tutti una mano e questo conta».
Ha fatto parate importanti, che spesso hanno salvato il risultato.
«Sì ma anche questo fa parte del mio mestiere, sono l'ultimo baluardo, però devo dire grazie anche ai compagni, a Brescia ad esempio nel primo tempo mi ha salvato Martinelli che ci è arrivato sulla linea».
Siete assieme da poche settimane eppure sembra che giochiate da sempre nella stessa squadra.
«Per fortuna, credo dipenda dal fatto che parliamo molto tra di noi prima e durante la gara, ognuno mette del suo, io ad esempio che sono dietro a tutti vedo certe cose meglio e allora dò delle indicazioni».
E da dietro come le vede?
«Nella partita col Verona sapevo che mi sarebbero arrivati spesso davanti alla porta, ma eravamo preparati, col Brescia è andata già meglio, però è giusto che ad attaccare siano le squadre più forti, noi anzi dobbiamo restare umili, ora andiamo avanti così perchè ci sarà ancora molto da lottare».
Il Vicenza era messo malissimo in classifica ma lei ha detto sì al trasferimento, nessun dubbio?
«No, nessuno, intanto ha pesato la storia che ha alle spalle il club e poi ho sentito alcuni giocatori che ci sono stati e me ne hanno parlato benissimo».
Sabato al Menti arriva il Sassuolo e martedì 26 si tornerà di nuovo in campo proprio a Grosseto, contro la sua ex squadra.
«Sei mesi là mi sono bastati».
Le va di dire cosa è successo?
«Ormai è andata così, di sicuro anche da queste situazioni c'è da imparare tanto, comunque per farla breve ho avuto un infortunio alla schiena e da lì sono cambiate molte cose, mi sono trovato pure messo fuori, una cosa è certa: non volevo starci più perchè mi trovavo proprio male. Ma adesso intanto è meglio pensare solo al Sassuolo, bisogna mettere via altri punti, dopo ci concentreremo sulla gara con il Grosseto che sarà uno scontro diretto e dovremo dimostrare che sappiamo tenere sempre alta la concentrazione».
E allora parliamo del Sassuolo, è la capolista e va a mille.
«Sta facendo un campionato strepitoso, squadra molto forte, merita la classifica che ha, ma noi vogliamo continuare la scia positiva».
I giocatori più temibili?
«Troianiello è davvero bravo, ci ho giocato assieme e lo conosco bene, è veloce, tecnicamente valido, ma è temibile anche Boakye, anzi è stato proprio lui a farmi gol quando ero ancora al Grosseto».
Tornate al Menti forti di due bellissime vittorie, cosa si aspetta dai tifosi?
«Che siano al nostro fianco, d'altra parte vogliamo tutti la stessa cosa: tirarci fuori da questa brutta situazione, davvero l'importante nelle difficoltà è restare uniti».

Alberta Mantovani

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