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«Basta con queste Regioni fonti di spreco»

LE INTERVISTE AI CANDIDATI. L'ex leghista ora scende in campo con La Destra di Storace e mette in discussione l'effettiva applicazione dei principi del federalismo. Alberto Filippi: «La mia priorità? Abbattere la pressione fiscale È corretto combattere l'evasione ma non con questa prepotenza»
Alberto Filippi, candidato vicentino nelle liste de La Destra
Alberto Filippi, candidato vicentino nelle liste de La Destra
Alberto Filippi, candidato vicentino nelle liste de La Destra
Alberto Filippi, candidato vicentino nelle liste de La Destra

È uno dei quattro parlamentari uscenti ricandidati. A differenza degli altri tre, è candidato in un partito diverso da quello con cui divenne senatore. Alberto Filippi, imprenditore, ex leghista espulso dal partito di Bossi (nonostante fosse stato “assolto” dai probiviri) corre alla Camera con La Destra di Storace, terzo in lista, primo tra i veneti.
Senatore Filippi, lei un anno fa dichiarava: «Mi sentirò leghista per sempre, con o senza tessera». Come si concilia con la sua adesione al La Destra?
Quando oltre 20 anni fa aderii alla Lega si usciva dalla Prima Repubblica e là trovavo i miei valori, quelli di buona amministrazione, attaccamento al territorio, politica fatta tra la gente, snellimento dello Stato. Questo era essere leghisti.
In quel senso si sente ancora leghista?
Sappiamo bene che la Lega, al mio ingresso, era un movimento trasversale, gli ex Msi e gli iscritti alla Cgil erano spalla a spalla, uniti dalla voglia di cambiare una politica fallimentare. Oggi, per una scelta non mia, ma per un atto di prepotenza di una parte della dirigenza vicentina e veneta della Lega, mi trovo fuori...
E il passaggio alla Destra “nazionalista” come lo spiega?
Vorrei ricordare che il tempo mi ha dato ragione: i dirigenti leghisti che mi fecero le scarpe non sono stati ricandidati. E dopo 2 anni di lutto politico, io mi ricandido in un partito che da sempre rispecchia la mia provenienza politica, per cultura e tradizione familiare. Vi aspettavate un Alberto Filippi a sinistra?
Non proprio. Ora La Destra si trova, ironia della sorte, alleata della Lega, ma la coalizione non dice chi è il leader...
La domanda va posta ai leader dei partiti. Detto questo, questa non-decisione ha il merito di dare più forza alle varie componenti della coalizione.
Ma Berlusconi si muove da leader: è un valore aggiunto o un freno alla coalizione?
L'unico valore aggiunto è La Destra, che prima non faceva parte dell'alleanza, l'unica a non essere responsabile di quanto avvenuto in questa legislatura.
Il voto segnerà la fine della Seconda Repubblica: Storace dice che dal 26 febbraio inizierà il percorso per unire il popolo del centrodestra.
Avete un programma in 10 punti. Qual è la priorità?
Ne dico tre: tasse, tasse, tasse. Ne siamo strapieni, lo dico anche da imprenditore che ormai non ce la fa più. Noi diciamo “lotta a Equitalia”, da prima che lo dicessero gli altri.
Ma lo Stato dovrà pure recuperare le tasse non pagate, no?
È corretto combattere l'evasione, ma non con la prepotenza dello sceriffo di Nottingham: quell'ingiustizia ha fatto nascere Robin Hood, una bella storia. Per noi, invece, non c'è niente di bello.
Cosa contestate a Equitalia?
Non è possibile che un'azienda che anticipa l'Iva allo Stato si veda pignorato il capannone se non versa l'Iva nei termini, quando magari non ha potuto di riscuoterla perché lo Stato non paga. In materia tributaria c'è l'inversione dell'onere della prova: si tratta chi produce il Pil peggio di un assassino. Così siamo in uno Stato di polizia tributaria.
Ma in tutti questi anni nessun partito ha fatto la riforma fiscale. Lei è stato per anni in Parlamento, sa dire perché?
Io ho fatto l'opposizione al governo Prodi, che diceva che le tasse sono bellissime...
È stato anche in maggioranza per molti più anni...
In questi 5 anni, fin dal primo, sono fiero di non aver mai votato a favore del bilancio del Senato, individuando gli sprechi, dal miliardo e mezzo speso ogni anno per traslochi ai 70 mila euro per lavare le auto blu. La mia battaglia l'ho fatta.
Sì, ma è davvero possibile ridurre le tasse?
Trattenere il 75% o il 99% delle tasse sul territorio non serve...
È contro la proposta leghista?
Dico che non serve, se non si abbassa il prelievo fiscale.
E come si fa?
Certamente con il taglio degli sprechi e degli 800 miliardi di spesa pubblica; con il taglio degli incentivi alle imprese, di cui beneficiano solo i grandi gruppi; con una seria lotta all'evasione, non sullo scontrino fiscale, ma su grandi imprese e banche: i “numeroni” sono lì. E con un'altra proposta: regolarizzare la prostituzione.
Vorrebbe riaprire i bordelli?
Vorrei aumentare il gettito, garantire controlli sanitari e decoro urbano.
Nei dieci punti del vostro programma non compare il federalismo. Filippi che idea ha di questo  tema? È ancora di attualità?
Sono stato tra coloro che nel 2009 aveva festeggiato il voto sul federalismo fiscale, ma poi con mia grande delusione il percorso si è fermato. Oggi, visto che in 20 anni non si è riusciti a fare nulla, la cura per i mali dell'Italia è un'altra rispetto al federalismo. Anzi, credo il regionalismo sia da rivedere: le Regioni sono dei carrozzoni costosissimi, non a caso il debito pubblico è decollato dalla loro nascita.M.SC.

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