VICENZA. Ieri 27 maggio ho disceso in canoa il Bacchiglione fra la chiusa di
Colzè e Montegalda. A parte la solita quantità di bottiglie di plastica e sacchetti
strappati appesi ai rami, mi ha colpito una grande quantità di teli in plastica e di reti arancione sempre in plastica, di quelle usate per delimitare i cantieri edili.
Vista la tipologia del materiale e la quantità industriale si fa fatica a pensare che si tratti di singoli rilasci. Probabilmente qualcuno ha pensato bene di liberarsi in modo rapido del materiale usato buttandolo in fiume.
La posizione dei teli, a circa 3 metri sopra al livello attuale, e la mancanza di fogliame in prossimità del materiale fa pensare che si sia scelto il momento di piena della scorsa settimana per l'operazione. Penso non sia difficile identificare un cantiere, localizzato a monte di Colzè, che avesse in uso tali materiali fino a metà maggio e poi se ne sia liberato senza una fattura di smaltimento dei materiali.
Per la sua posizione naturalmente non si puo' essere sicuri, ma osservando la quantità di rifiuti presenti a monte ed a valle di Vicenza, è difficile pensare che la maggior parte dei rifiuti non venga da lì.
A richiesta potrei anche rilevare da dove inizia la scia di plastica in modo da identificarne meglio la provenienza; Tesina, Bacchiglione o Retrone, o accompagnare chi volesse vedere con i suoi occhi.
E' invece triste notare che del Bacchiglione Vicenza ce se ne accorge solo quando esce dagli argini, mentre quando il fiume fa un lavoro di smaltimento di rifiuti che non gli compete, la cosa passa inosservata.
Davide Sandini
Mossano