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Azione cattolica: no all'astensione

LA CHIAMATA ALLE URNE. L'Ac vicentina invita alla partecipazione attiva mentre le Acli chiedono «Un governo che possa unire ripresa economica ed equità sociale». «Non possiamo chiamarci fuori per la distanza della politica Siamo di fronte ad un tornante  importante della vita del Paese»
Le schede elettorali vidimate dal presidente del seggio. L'astensionismo potrebbe essere decisivo
Le schede elettorali vidimate dal presidente del seggio. L'astensionismo potrebbe essere decisivo
Le schede elettorali vidimate dal presidente del seggio. L'astensionismo potrebbe essere decisivo
Le schede elettorali vidimate dal presidente del seggio. L'astensionismo potrebbe essere decisivo

«Il disagio per la distanza della politica non può trasformarsi in astensione. Non ci si può chiamare fuori in un momento fondamentale come questo. Si deve, con il proprio voto, partecipare alle prossime elezioni politiche». Così l'appello di Lucio Turra, presidente dell'Azione cattolica sulle elezioni. All'appello si uniscono anche le Acli vicentine che, in un documento chiedono «un governo capace di coniugare ripresa economica, equità sociale e rispetto». L'ANALISI DI AC. Turra in una nota rivolta agli aderenti di Azione cattolica offre alcuni spunti di riflessione: «Crediamo che la partecipazione politica agli eventi elettorali sia la prima forma di cittadinanza attiva - esordisce -. Siamo convinti di essere di fronte ad un tornante della vita del nostro Paese, tenuto conto delle gravi difficoltà economiche e sociali che richiedono un forte senso di responsabilità, di solidarietà e di condivisione». Continua il presidente di Azione cattolica: «Riteniamo sia necessario un grande ripensamento culturale e progettuale nella nostra Italia e il coraggio di una svolta sulle tante disfunzioni che penalizzano soprattutto le persone che hanno meno opportunità. Molti gli aspetti critici: l'esagerato clima di contrapposizione, la crescita dell'indifferenza e di un diffuso malessere, il considerare la politica come ambito di biechi interessi e di affari». LA SVOLTA. Turra sottolinea poi l'importanza «della formazione e dell'educazione delle coscienze: la responsabilità in campo sociale e politica richiede oggi una più seria preparazione». E l'obiettivo è ben chiaro: «Costruire un paese libero, solidale, aperto, capace di innovare e rinnovare la convivenza civile nella giustizia e nella pace con uno stile e una testimonianza evangelica». Di qui l'appello: «Consideriamo fondamentale il ruolo e l'impegno del variegato mondo associativo e del volontariato espresso dalla società civile, nel quale si colloca l'Ac». ACLI. Anche le Acli vicentine hanno definito un documento in vista delle elezioni. «Intendiamo sottolineare con forza - si legge - la richiesta non più rinviabile di una buona politica, attenta e non sorda o lontana dai problemi, a volte anche drammatici dei cittadini e dei lavoratori e delle piccole e medie imprese che rappresentano l'asse portante della nostra economia. Serve quindi puntare su lavoro, istruzione e formazione professionale in particolare per i giovani. Poi grande attenzione va riservata alla famiglia che va collocata al centro di ogni programmazione sociale con adeguate politiche fiscali. Infine, una innovativa politica per l'immigrazione senza dimenticare la dimensione europea come orizzonte irrinunciabile».  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cristina Giacomuzzo

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