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"Aeroporto addio, lo Stato paghi i danni"

L'aeroporto Dal Molin è destinato alla chiusura
L'aeroporto Dal Molin è destinato alla chiusura
L'aeroporto Dal Molin è destinato alla chiusura
L'aeroporto Dal Molin è destinato alla chiusura

Messa da requiem per l’aeroporto civile. Ieri sera in sala Bernarda. Cantata da voci stonate tra loro, ma con lo stesso finale “in calando”. In un dibattito che ha confermato l’addio alla società per un paio di decenni sforzatasi di far decollare l’indecollabile. Cioè una struttura aeronautica che non ha mai trovato una propria identità né una funzione (“nata cadavere, vissuta cadavere e morta cadavere” come ha detto con macabra efficacia Valerio Sorrentino del Popolo della libertà, cancellando di colpo molti discorsi speranzosi fatti in passato dal centrodestra) e che è stata sepolta dal progetto calatovi sopra dai militari statunitensi (“una volta decisa la Base 2 a Vicenza, l’aeroporto è definitivamente defunto” ha commentato Fioravante Rossi della lista Variati).

Ma intanto per i soldi fin qui investiti la maggioranza comunale appoggia la richiesta della SpA Aeroporti Vicentini e insiste: “Adesso lo Stato ripaghi i soci e la città rifondendo i danni”.

LIQUIDAZIONE. Che cosa si è discusso in consiglio comunale? L’ultimo esborso di 24 mila euro che il municipio (socio al 4,08%) farà per chiudere i conti - o meglio i debiti – della SpA già condannata alla liquidazione da una decisione della Camera di commercio, socia di larga maggioranza. Per Vicenza però non sarà finita qui: la consocia Aim SpA (21,33%) dovrà metterci ancora cinque volte tanto. L’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri, proponendo l’operazione, ci ha aggiunto le superstiti prospettive delineate nell’ultima assemblea della società aeroportuale: affidare ai liquidatori il compito di immaginare un ulteriore business plan con cui cercare l’interessamento, prima di tutto finanziario, di eventuali privati volonterosi. Alla fine il tutto è stato approvato, ma ci sono state di mezzo abbondanti diatribe ai microfoni, naturalmente condite dalle ricadute sul caso-aeroporto della questione-base Usa.

“BUCO” VENTENNALE. Luigi Volpiana (Partito democratico) ha rifatto i conti del “buco” che ha inghiottito 1 milione di euro di stanziamenti vicentini per anni e per nulla: «Da opportunità, l’idea dell’aeroporto civile a Vicenza si è trasformata in un fallimento». Una prova in più, secondo la sua collega di partito Isabella Sala, dell’incapacità di Vicenza in tutti gli ultimi anni di progettarsi un ruolo in ambito provinciale e veneto. E Marco Appoggi (lista Variati) ha rifatto la storia dei tentativi partiti male di qualificare Vicenza almeno come mini-scalo («senza le strutture necessarie alle operazioni di volo») e condotti peggio fino al k.o. recente, che fa dubitare che ci possa essere il rilancio nell’ambito di un sistema di aeroporti minori del Veneto. Un pensiero, questo, espresso anche da Massimo Pecori (Udc) quando si è riferito al fatto che dal 1988 in poi non ci sono mai state chance reali di successo per il Dal Molin civile.

IMPEGNO E NO. Marco Zocca (Pdl), parzialmente in dissonanza dal “de profundis” mortuario del collega di gruppo Sorrentino, ha ricordato l’impegno dell’Amministrazione Hüllweck per il rilancio della SpA aeroportuale e per la difesa della pista civile: «L’attuale giunta invece - ha detto - da mesi non sta facendo niente su questo, occupata dal caso Dal Molin in opposizione al progetto della base Usa». Ma sùbito gli ha replicato il variatiano Rossi, assolutamente pessimista sulle prospettive dell’annunciata pista ridisegnata ma “minorata”: «In realtà non c’è più niente da rilanciare». Stessa convinzione, questa, manifestata da Stefano Soprana (Vicenza Capoluogo), che ha datato al 2006 della “scoperta” del piano Usa-governo l’affossamento di ogni possibilità di interessamento da parte di investitori privati su una pista moribonda. Che non è seriamente resuscitabile - ha avvertito Claudio Cicero (Impegno a 360°) - dalla rototraslazione verso nord-est con diminuzione della lunghezza, come recentemente progettato in vista dell’annunciato finanziamento governativo da 11 milioni di euro.

Un investimento che - secondo Cinzia Bottene (Vicenza libera) e Giovanni Rolando (lista Variati) - in futuro potrebbe interessare molto più i militari statunitensi che i civili vicentini.

ORDINI DEL GIORNO. Insieme con la delibera portata da Ruggeri, il consiglio ha approvato quattro documenti di contorno, sempre con il non-voto del centrodestra Pdl-Lega. Dei due proposti da Rolando con l’appoggio di lista Variati, Partito democratico e Vicenza libera, il primo chiede a governo e Usa la possibilità di un sopralluogo di consiglieri comunali al Dal Molin; e il secondo, scritto e discusso tutto contro il commissario governativo Paolo Costa, tenta polemicamente la richiesta di una retromarcia: «Il commissario cancelli la revoca delle concessioni Enac per i voli sulla pista dalmoliniana».

Un terzo ordine del giorno - voluto dal gruppo Cicero-Pigato e firmato anche da Pd, variatiani, Udc e Bottene - punta al risarcimento-danni da parte dello Stato per l’odierna inutilità dei passati lavori fatti per l’ammodernamento del Dal Molin civile. E l’ultimo testo targato Vicenza libera (più qualche consigliere Pd) auspica, con problematica possibilità, che siano rifusi dallo Stato anche gli euro pagati prossimamente da Comune e Aim per la liquidazione della SpA Aeroporti Vicentini.

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