<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

A Primolano
il museo
del treno
storico

ITINERARI. Nelle stazione sta sorgendo con l'arrivo di pezzi pregiati un punto di ritrovo per gli appassionati ferroviari. Nella vecchia rimessa Fs la quasi centenaria locomotiva a vapore 880 001. In fase d'acquisizione locomotive diesel e altre carrozze

 In alto  treno speciale a Primolano Camatta. Qui sopra  la vaporiera Bruzzo
In alto treno speciale a Primolano Camatta. Qui sopra la vaporiera Bruzzo

 In alto  treno speciale a Primolano Camatta. Qui sopra  la vaporiera Bruzzo
In alto treno speciale a Primolano Camatta. Qui sopra la vaporiera Bruzzo

La stazione di Primolano, in pieno funzionamento per i passeggeri, sta diventando sede del Museo ferroviario veneto: non un'esposizione di cimeli, ma un museo vivo, con un bellissimo treno storico funzionante. Per adesso c'è solo la locomotiva, ma sono in arrivo carrozze d'epoca e carri merci, per testimoniare l'importanza che le ferrovie hanno avuto per lo sviluppo e il progresso del Veneto. Il convoglio vuole anche promuovere il turismo nella Valbrenta, con proposte che sono molto apprezzate dal turismo d'Oltralpe.
L'idea arriva da un gruppo di appassionati di ferrovie, riuniti nella Società veneta ferrovie (www.societavenetaferrovie.it) con sede a Padova (nella ex Cabina A della stazione) e soci nel Triveneto, sostenuti dalla Regione e da comuni e associazioni della vallata. Si sviluppa attorno alla vecchia rimessa locomotive di Primolano, che le FS hanno concesso loro in uso gratuito. La casa ideale per la quasi centenaria locomotiva a vapore 880 001, donata alla SVF dai fratelli Marchiorello, destinata a tirare il treno storico (è in buone condizioni e basta poco lavoro per rimetterla in funzione), dopo essere stata protagonista per tanti anni sulle linee della Pianura padana.
Ottenuto l'uso della rimessa, gli appassionati si sono dati da fare per potervi ospitare la locomotiva, un lavoro non da poco, perché il posto era diventato ormai un bosco. A mano a mano che la pulizia andava avanti, si è visto che lo stesso piazzale è un museo all'aperto, con binari e deviatoi originali messi all'epoca della costruzione della linea della Valsugana (si legge ancora il marchio, Bochum 1880) e la piattaforma per girare le locomotive, una delle pochissime rimaste in Italia, che con molto lavoro è stata resa di nuovo funzionante. A questi si aggiungeranno altri reperti, funzionanti, provenienti dalla Mostra Ferroviaria di Verona Porta Vescovo, purtroppo in via di dismissione a causa del passaggio della futura linea Alta Velocità.
La locomotiva è arrivata a Primolano un anno fa e più di mille persone le hanno dato il benvenuto in una giornata di porte aperte organizzata in concomitanza con le celebrazioni per i 100 anni della linea. Sono state acquisite anche tre vecchie carrozze che, una volta restaurate, formeranno il treno storico veneto. Proprio in questi giorni sono arrivati a Primolano da Verona un deviatoio austriaco, un vecchio semaforo ad ala ed altro materiale destinato al museo; un altro deviatoio arriverà nelle prossime settimane. Tutte cose di grande valore storico: si pensi che alcuni spezzoni di rotaia risalgono al 1883.
Nei programmi di SVF infatti ci sono anche in corso l'acquisizione di due locomotive Diesel, un'automotrice e altre carrozze originali della Società Veneta, carri merce e materiali che permettano di far rivivere la realtà della SV e ricordare il ruolo trainante che ebbe nello sviluppo delle Ferrovie nel Nordest.
Per un progetto di così ampio respiro la vecchia rimessa di Primolano non basta. «Nel progetto a breve è già prevista la riorganizzazione dei binari. Abbiamo già in mente per un futuro speriamo non troppo lontano - spiega Marco Bruzzo, uno degli "assi portanti" di SVF - una struttura trasparente in vetro e legno da affiancare alla vecchia rimessa, per proteggere carri e carrozze da maltempo e vandali. L'impianto rappresenta per noi la soluzione ideale, perché non disturba il movimento dei treni sulla Bassano - Trento, non suscita interessi economici in campo urbanistico e poi è subito collegato alla linea, permettendo un rapido instradamento dei treni storici».
Treni storici che non si limiteranno a far provare l'emozione di viaggi d'altri tempi, ma saranno anche a supporto delle iniziative turistiche e culturali della vallata; in programma anche l'organizzazione di mostre ed altri eventi; si cerca inoltre di coinvolgere la Provincia autonoma di Trento, da tempo convinta fautrice del trasporto ferroviario.
Per raggiungere questi traguardi il treno storico deve affrontare però una salita durissima, quella dei finanziamenti. Mettere a posto locomotive, restaurare vagoni, sistemare gli impianti costa un sacco di soldi e in giro ce ne sono molto pochi.
«I Comuni di Cismon del Grappa e Valstagna, nell'ambito dell'ODI sui comuni di confine tra Veneto/Lombardia e Trentino-Alto Adige hanno presentato una domanda di finanziamento per un 1.850.000 euro - spiega Marco Bruzzo - che comprende anche lavori sulla pista ciclabile Bassano - Trento, in quanto il progetto prevede un interazione tra treno storico e bici. A breve dovrebbe arrivare la risposta dall'apposito comitato che ci auguriamo positiva. Sul fronte delle Fondazioni e dei privati purtroppo non ci è stato dato riscontro: sembra quasi che nel mitico Nord-Est ciò che è archeologia industriale non faccia parte della cultura veneta».
Un piccolo contributo di 3000 euro l'ha dato la Regione, poca cosa di fronte alle necessità, ma importante perché testimonia l'appoggio di Palazzo Balbi al progetto di SVF.

Dino Biesuz

Suggerimenti