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Vicenza

Insultò bimbo nero
Ora chiede scusa
e offre 6.500 euro

Il caso è finito a processo davanti al tribunale collegiale
Il caso è finito a processo davanti al tribunale collegiale
Il caso è finito a processo davanti al tribunale collegiale
Il caso è finito a processo davanti al tribunale collegiale

«Nel tempo ho maturato la consapevolezza del carattere biasimevole e riprovevole del mio atteggiamento e delle mie parole. Oggi con colpevole ritardo chiedo ammenda per il mio comportamento auspicando solo di essere dimenticata e, se possibile, compresa». È uno dei passaggi della lettera che Maria Gobbi ha inviato al tribunale e che il suo legale, l’avvocato Paolo Mele junior, ieri mattina ha consegnato in aula. La pensionata, 72 anni, residente in città, in via Giuriato, è infatti a processo con l’accusa di ingiurie aggravate e di incitazione all’odio razziale per avere offeso un bambino di colore di 10 anni (figlio di un vicentino e di una ragazza africana). Oltre alla missiva il difensore dell’imputata ha anche avanzato una proposta di risarcimento alla famiglia del ragazzino, assistita dall’avvocato Michele Grigenti, di 6.500 euro. «Non so se decideremo di accettare - ha detto il papà della vittima - devo attendere mia moglie, attualmente fuori città, per sentire anche il suo parere». Chi invece è intenzionata a non fare sconti alla pensionata è il pubblico ministero Silvia Golin. Che non pare voler transare su un’eventuale richiesta di messa alla prova data la gravità delle accuse.

«PERDONATEMI». «Mi duole aver provocato sofferenze e patimenti - ha scritto Maria Gobbi - e vorrei rappresentare i sentimenti del mio dolore e chiedere scusa per la mia inqualificabile condotta. Sono consapevole che le mie parole possono essere di scarso conforto e sostegno, ma rappresentano una delle iniziative che sono nelle condizioni di offrire per poter sperare di riparare confidando nella indulgente considerazione da parte delle persone che ne hanno subito gli effetti».

L’EPISODIO. Era il 20 maggio 2014 quando all’interno di un supermercato in zona San Pio X, Maria Gobbi, arrivata nel negozio per fare la spesa, ha apostrofato un bambino di colore (che all’epoca aveva 10 anni) che era dietro di lei alla cassa usando parole infamanti. Della serie: «Tutti i neri che arrivano in Italia dovrebbero essere fatti a pezzi e buttati in pasto agli squali». E ancora: «I neri sono la rovina del paese. Mi danno fastidio, dovrebbero ucciderli tutti». A quelle parole il piccolo era scoppiato in un pianto a dirotto. A quel punto, era intervenuto anche il papà. Che dopo aver capito dove abitava la donna, assieme all’avvocato Michele Grigenti, aveva deciso di sporgere denuncia ai carabinieri della procura i quali a loro volta avevano identificato la pensionata. Anche i cassieri, poi, avevano confermato agli inquirenti la versione del padre del ragazzino. Il genitore aveva cercato di spiegare alla Gobbi che il bambino era cittadino italiano a tutti gli effetti. «Sì - gli aveva replicato lei - perché sei andato a prendertelo in Africa». «No - aveva ribattuto lui - perché è nato dal matrimonio con mia moglie». Al che la donna avrebbe replicato: «Sarebbe stato meglio se fossi andato con una prostituta che con una negra».

Matteo Bernardini

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