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Vicenza

I Pfas minacciano
anche i vigneti
Controlli sull’uva

In programma nuovi controlli per accertare la presenza di perfluori nei prodotti del territorio
In programma nuovi controlli per accertare la presenza di perfluori nei prodotti del territorio
In programma nuovi controlli per accertare la presenza di perfluori nei prodotti del territorio
In programma nuovi controlli per accertare la presenza di perfluori nei prodotti del territorio

L’ombra dei Pfas si allunga anche sulla produzione vinicola. In base al Piano per il monitoraggio degli alimenti dell’Istituto superiore di sanità, ad ottobre partirà una serie di campionamenti per accertare la presenza di perfluori nell’uva. I controlli riguarderanno i grappoli, i quali, proprio in questi giorni con la vendemmia, sono in fase di raccolta. L’uva rappresenta solo il primo dei prodotti che l’Iss intende sottoporre ad analisi, seguendo la stagionalità di produzione e di raccolta.

L’UVA. L’annuncio della campagna di monitoraggio dell’uva arriva dopo un vertice, tenutosi in Regione a Venezia, al quale hanno partecipato i rappresentanti di Palazzo Balbi, dell’Istituto superiore di sanità, delle Asl venete, dell’Arpav e degli istituti zooprofilattici. «Ad ottobre partiranno i campionamenti - spiega Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento ambiente e prevenzione primaria dell’Iss -. Sarà verificata, negli acini, la presenza di Pfas sia a catena lunga che a catena corta. Al riguardo, non è ancora stato definito un piano operativo. In ogni caso, i controlli saranno eseguiti in alcune aziende rappresentative all’interno della zona rossa, per un numero che sia ritenuto statisticamente significativo». Secondo Musmeci la vendemmia non influirà sulla conduzione delle analisi: si potrà procedere con il monitoraggio dei grappoli già raccolti, così come, eventualmente, sui frutti ancora presenti sulle viti.

LE OMBRE. La possibilità che i perfluori possano accumularsi negli acini d’uva genera indubbiamente preoccupazione, in una terra come il Vicentino, dove la produzione di vino rappresenta un settore importante dell’economia locale. I dubbi erano già stati avanzati nel corso di una delle audizioni della Commissione parlamentare ecomafie. Durante il colloquio con i commissari, il direttore generale della direzione prevenzione sanitaria del ministero della Salute Raniero Guerra aveva toccato l’argomento. «Ci preoccupa molto anche la questione relativa alla matrice alimentare - aveva dichiarato il funzionario -. Il forte dubbio che abbiamo è che queste sostanze entrino anche nel ciclo di produzione del vino, quindi nella contaminazione dell’uva, che ovviamente sarebbe, dal punto di vista della produzione agricola e del valore aggiunto dell’esportazione e del consumo, un fatto particolarmente rilevante».

IL VERTICE. La presenza dei Pfas negli alimenti ha dunque rappresentato il tema principale del summit in Regione. Nel corso della riunione i convitati hanno discusso in particolare il Piano di monitoraggio degli alimenti in fase di redazione da parte dell’Istituto superiore di sanità. «Abbiamo concordato di rivedere il piano - spiega Loredana Musmeci -, in quanto deve essere più finalizzato agli alimenti che hanno maggiori probabilità di essere contaminati. In particolare, campioneremo i prodotti in base alla loro stagionalità. Entro la fine del mese contiamo di concludere la stesura di un nuovo piano da concordare con gli altri partecipanti al tavolo tecnico sul tema». Nell’ambito del testo, l’Iss sta procedendo a stilare una lista dei prodotti stagionali collegati ai rispettivi territori i quali possano essere suscettibili di contaminazione. Al momento, di sicuro, c’è solo l’uva. «I dati di letteratura parlano solo del pesce e delle uova come alimenti nei quali si possono accumulare i Pfas», precisa ancora Musmeci. Per il resto, tutto è affidato ai risultati delle prossime analisi, i quali avranno il compito di dissipare le numerose incognite al riguardo.

Matteo Carollo

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