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Vicenza

Bimbo investito dal bus perse il piede. Non c'è querela, niente condanna

Il 21 febbraio del 2019 il piccolo di un anno e mezzo fu arrotato in piazza Castello, a Vicenza, mentre attraversava con il nonno.
Il punto dove il bus Svt arrotò il piccolo che, all’epoca, aveva appena un anno e mezzo
Il punto dove il bus Svt arrotò il piccolo che, all’epoca, aveva appena un anno e mezzo
Il punto dove il bus Svt arrotò il piccolo che, all’epoca, aveva appena un anno e mezzo
Il punto dove il bus Svt arrotò il piccolo che, all’epoca, aveva appena un anno e mezzo

Il giudice Alessia Russo ha pronunciato una sentenza di non doversi procedere per difetto di querela nei confronti di Mario Gulino, palermitano di 56 anni che vive a Vicenza ed è difeso dall’avvocato Paolo Mele, l’autista Svt che il 21 febbraio del 2019, in piazza Castello, investì un bimbo di un anno e mezzo che stava attraversando la strada con il nonno causandogli l’amputazione del piede. In pratica, nessuno ha mai denunciato l’autista dei bus e, quindi, l’iter processuale è arrivato in questo modo alla sua conclusione. Da quel giorno, è cambiata anche la faccia della porta Ovest del centro, con la comparsa delle barriere che regolano l’afflusso dei pedoni e che ora sono diventate parte integrante dell’arredo urbano ma che, all’epoca, avevano fatto discutere.

I fatti

L’autista era stato rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni personali gravissime perché, mentre era alla guida del bus marca Menarini adibito al trasporto pubblico, durante la svolta a destra per immettersi in piazza Castello, aveva violato l’articolo 154 del codice della strada nella parte in cui recita che “I conducenti che intendono eseguire una manovra per immettersi nel flusso della circolazione, per cambiare direzione o corsia, per invertire il senso di marcia, per fare retromarcia, per voltare a destra o a sinistra, per impegnare un’altra strada, o per immettersi in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, ovvero per fermarsi, devono assicurarsi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada, tenendo conto della posizione, distanza, direzione di essi”.

Ma all’imputato erano anche contestate imprudenza e negligenza nella condotta di guida. Tutto questo aveva portato al gravissimo ferimento di un bambino che allora aveva appena un anno e mezzo, con un “grave trauma al piede sinistro con conseguente amputazione dell’avampiede e alterazione delle ossa residue”.

La sentenza

Dopo quasi 4 anni e mezzo è arrivata la sentenza relativa al procedimento che ha coinvolto l’autista delle Società vicentina trasporti. Come detto, il giudice Russo, a causa del difetto di querela, durante l’udienza filtro dello scorso 13 luglio, ha sentenziato il non doversi procedere nei confronti dell’autista. Questo perché il reato, nel 2019 quando è stato commesso, sarebbe stato procedibile d’ufficio per la particolarità delle lesioni provocate. Il processo, però, è partito solo qualche giorno fa e, quindi, il nuovo regime di procedibilità per il reato di lesioni colpose gravissime, essendo una modifica di favore, è stato applicato anche a questo caso.

Le transenne

Dopo questo episodio, l’allora assessore alla mobilità della giunta guidata da Francesco Rucco, Claudio Cicero, aveva annunciato possibili interventi di messa in sicurezza. Poi, per qualche mese, era calato il silenzio, nonostante altri pericoli e altre tragedie sfiorate. Quindi, all’improvviso, nei primi giorni di agosto erano spuntate le ringhiere che, ancora oggi, cercano di disciplinare l’afflusso, che spesso era davvero ingestibile, dei pedoni in quello che è uno snodo cittadino cruciale per il trasporto pubblico. 

Karl Zilliken

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