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Ora il caso Tesina
finisce in Europa
«Troppo tardi»

L’ingresso dell’azienda in via della Tecnica. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda in via della Tecnica. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda in via della Tecnica. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda in via della Tecnica. FOTO STELLA CISCATO

Silvia Dal Maso

L’imminente chiusura del laboratorio di confezioni Tesina srl di Sarcedo, società specializzata nella manifattura di pantaloni da uomo per la linea Pal Zileri e controllata dalla Forall confezioni spa, che quest’estate ha annunciato il licenziamento di tutti i 67 dipendenti entro la fine del mese, approda nelle aule del Parlamento Europeo.

Preoccupata per la chiusura dell’azienda vicentina è l’eurodeputata della Lega Nord Mara Bizzotto che ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione dell’Unione Europea. «Dobbiamo difendere i posti di lavoro della Tesina srl», ha dichiarato l’on. Bizzotto. «Non possiamo permettere che le conseguenze della crisi del settore tessile, tanto importante per l’economia veneta e italiana, ricadano interamente sulle spalle dei nostri lavoratori e delle loro famiglie. È necessario agire subito e a ogni livello per evitare che il Vicentino subisca un’altra grave ferita occupazionale dalle pesanti ripercussioni anche sull’intero indotto. Chiedo, quindi l’attivazione del Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione per rendere disponibili, il prima possibile, tutti gli strumenti e le risorse necessarie per sostenere questi lavoratori, in gran parte donne. L’Europa deve tutelare la nostra economia dall’invasione di merci low-cost che stanno mettendo in ginocchio il settore tessile».

Un’interrogazione che «Lascia il tempo che trova», commenta la referente della Uiltec-Uil Serenella Pagliosa, che aggiunge: «Vedo la presa di posizione dell’on. Bizzotto solo come propaganda elettorale. È mai possibile che la politica si svegli solo a un mese dalla chiusura della ditta? Doveva impegnarsi prima e a casa nostra. Da anni i sindacati hanno segnalato il problema ai nostri governanti, ma hanno abbandonato il settore tessile e l’occupazione femminile. Bisognava pensare al “Made in Italy” eppure finora non è mai stato fatto». Serenella Pagliosa sottolinea come «la perdita di risorse umane di una così elevata professionalità non solo è un grave danno per il futuro dell’azienda, ma rappresenta anche un serio problema sociale. La settimana prossima verranno consegnate le lettere di licenziamento. Stiamo parlando di 67 donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni e la maggior parte di loro ha sempre lavorato alla Tesina. Cosa faranno dopo il 30 settembre? Di certo non potranno essere ricollocate in un’altra azienda tessile visto che nel territorio hanno chiuso quasi tutte. E soprattutto chi ha sempre lavorato alla Tesina si ritrova catapultata in un mondo del lavoro completamente diverso da quello di 30 anni fa».

«Siamo tutte molto deluse sia dallo staff manageriale che ha condotto Forall spa a fare scelte sbagliate – denuncia una dipendente della Tesina srl – ma soprattutto dalla nostra classe politica che da troppo tempo ha abbandonato i lavoratori. E si ricorda solo oggi che fra un mese 67 famiglie si troveranno in difficoltà. Un detto recita: “È inutile chiudere le stalle quando i buoi sono già scappati”. I nostri politici dovrebbero farsi un esame di coscienza. Lo stato d’animo è pessimo: mercoledì andremo a firmare il licenziamento e poi ci metteremo in fila all’ufficio collocamento, ma lo faremo a testa alta. Possono portarci via il lavoro, non la dignità».

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