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Schio

Papà è in carcere
Madre abbandona
figlio di tre mesi

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La caserma dei carabinieri della Compagnia di Schio dov’è stato lasciato il piccolo di tre mesi
La caserma dei carabinieri della Compagnia di Schio dov’è stato lasciato il piccolo di tre mesi
La caserma dei carabinieri della Compagnia di Schio dov’è stato lasciato il piccolo di tre mesi
La caserma dei carabinieri della Compagnia di Schio dov’è stato lasciato il piccolo di tre mesi

Il papà è in carcere e la madre abbandona il figlioletto di tre mesi in caserma dai carabinieri di Schio. «Non posso occuparmene», avrebbe spiegato ai militari, con il dolore negli occhi.

 

Una decisione estrema e per questo molto rara. Nell'Ulss 4 si era verificato un altro caso nel 2014, avvenuto però in ospedale al momento del parto. Domenica scorsa invece la locale Arma dei carabinieri, impegnata a Poleo con notevole dispiegamento di uomini alla manifestazione contro l'omofobia, ha dovuto confrontarsi nelle stesse ore con un'emergenza all'interno delle mura della caserma. Una donna, italiana e residente nell'Alto Vicentino, si era infatti presentata nel pomeriggio ed aveva consegnato nelle mani dei carabinieri un fagottino di pochi mesi di vita. Per un paio d'ore i militari con delicatezza avevano dialogato con lei (già nota a livello locale per la sua situazione di disagio sociale) per cercare di capire a fondo la situazione e soprattutto come muoversi. Nonostante tutto però la madre, probabilmente colpita da una grave depressione post partum, non ha desistito dal suo proposito ed ha abbandonato il bambino senza scendere nel dettaglio delle sue motivazioni.

 

Nel frattempo era stata allertata a scopo precauzionale l'ambulanza del Suem che ha provveduto a trasportare il piccolino, che comunque appariva in buone condizioni di salute, all'ospedale di Santorso dove è stato ricoverato in pediatria. I medici hanno effettuato tutti i controlli sanitari del caso, confermando alla fine il suo buono stato. E' rimasto in reparto per tre giorni, fino a mercoledì quando è stato trasferito in una casa famiglia protetta dove si trova tutt'ora. Il padre, come si è detto, si trova attualmente in carcere per vari reati.

 

«Da quando sono qui all'Ulss 4 - spiega Alberto Leoni, direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale - non mi era mai capitato di seguire un caso così. Si tratta infatti di episodi rarissimi e che di solito avvengono all'interno dell'ospedale: c'è stato un caso di questo tipo l'anno scorso. La legge infatti tutela le mamme che decidono di abbandonare il figlio in anonimato e in sicurezza, all'interno di un ambiente protetto come l'ospedale che garantisce protezione al bambino».

 

La donna altovicentina ha deciso consapevolmente di lasciare il figlio in mani sicure, piuttosto che abbandonarlo per strada o in altri luoghi pericolosi e spesso letali, tristemente noti alle cronache. «Seppure di fronte ad una scelta durissima e drammatica - ha aggiunto il direttore - ha dimostrato di avere la capacità e la lucidità di ammettere le proprie difficoltà. Ha riconosciuto la propria situazione di fragilità e i propri limiti preferendo, per il bene del bambino, rinunciare a lui per sempre. Paradossalmente, potrebbe anche essere definito un gesto d'amore».I carabinieri hanno già segnalato il caso al tribunale dei minori che nei prossimi giorni dovrà esprimersi sugli ulteriori passaggi da compiere, in particolare sull'eventuale iter di adottabilità del bambino. A tal proposito l'Ulss 4 ha fornito un'accurata relazione sui fatti che servirà per le valutazioni del caso. 

 

Silvia Dal Ceredo

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