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Poleo

Nuovo testimone
«La statua di Gesù
ieri "respirava"»

La statua del Bambin Gesù che la donna afferma di aver visto respirare.  FOTO STUDIO STELLA - CISCATO
La statua del Bambin Gesù che la donna afferma di aver visto respirare. FOTO STUDIO STELLA - CISCATO
Poleo, statua Bambin Gesù (CISCATO)

Un altro “miracolo”? O piuttosto un fenomeno di suggestione? A una settimana precisa da quando un gruppo di ragazze tedesche aveva affermato di aver visto muoversi la statua di Gesù bambino conservata nel “Cenacolo di preghiera” del movimento Regina dell’Amore, ora è una donna di Schio a testimoniare che il fenomeno si sarebbe ripetuto davanti ai suoi occhi venerdì sera. Una data non insignificante per il gruppo spirituale di San Martino, che proprio quel giorno ha celebrato la messa in suffragio del fondatore e testimone delle presunte apparizioni mariane Renato Baron, mancato il 2 settembre del 2004. Il movimento in ogni caso è molto cauto nel valutare questo nuovo episodio: «È stato visto da una sola persona» sottolinea il teologo del gruppo, Mirco Agerde.

IL RACCONTO Protagonista della vicenda è Eva Martini, 37 anni, madre di famiglia residente a Schio. «Ho visto che si muoveva il ventre, come per respirare e ho pensato: “Allora è vero!”. Il tutto è durato forse una decina di secondi. In quel momento ero da sola davanti al Gesù bambino. C’era una mia amica con me, che stava guardando altrove. L’ho chiamata e le ho detto “Guarda, si muove la pancia! Vedi?” Allora lei è venuta dove ero io, ma non ha visto. Io invece quando mi sono girata di nuovo a guardare la statua, dopo qualche attimo ho ricominciato a vedere il movimento ancora per qualche secondo. Alla fine ho sentito molto intensamente un profumo». Martini non usa il termine “miracolo”. Parla piuttosto di «una manifestazione energetica, spirituale. Divina, se vogliamo».

LA PRIMA VOLTA «In passato sono stata una cattolica praticante, ma conosco pochissimo del gruppo di San Martino e la sua storia e non ero mai stata al Cenacolo», spiega la donna. «Qualche anno fa passeggiando lungo la Via Crucis, in una fontana avevo sentito il profumo di rose, ma dato quel che si diceva, non ci avevo prestato attenzione. Dopo aver sentito dell’episodio toccato alle ragazze tedesche, però, ho pensato di andare a vedere di persona. Non avrei mai creduto potesse capitare anche a me». Dice che per lei questa esperienza è stata «una conferma che “qualcosa” c’è. Siamo portati a credere a qualcosa che non si vede, ma si sente. Evidentemente qualche volta si può anche vedere».

LE REAZIONI I vertici del movimento Regina dell’Amore accolgono con prudenza questa notizia. «A differenza dell’e- pisodio precedente, testimoniato da più persone, questo è un fatto puramente soggettivo e non c’è possibilità di valutarlo in un senso o in un altro - afferma Agerde - L’unica cosa che si può dire è che la spiritualità non si fonda sui miracoli e che un segno divino non ha senso se non in un percorso di fede».

Netto il commento dell’assistente scelto dalla diocesi per seguire il gruppo mariano, mons. Flavio Grendele: «Andare in cerca di questo tipo di miracoli banalizza la fede: si rischia di farsi l’immagine di un Dio che si preoccupa di banalità, che non pone domande, che disimpegna da quello che dovrebbe essere l’obiettivo: il suo prossimo».

Elia Cucovaz

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