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Manda sms al padre e si lancia nel vuoto

Il picco della Sisilla sulle Piccole Dolomiti di Campogrosso. ARCHIVIO
Il picco della Sisilla sulle Piccole Dolomiti di Campogrosso. ARCHIVIO
Il picco della Sisilla sulle Piccole Dolomiti di Campogrosso. ARCHIVIO
Il picco della Sisilla sulle Piccole Dolomiti di Campogrosso. ARCHIVIO

Dice addio al padre con un messaggino sul cellulare e si lancia dalla Sisilla. Tragedia, poco prima delle 16 di ieri pomeriggio, nel comprensorio di Campogrosso, a Recoaro. Un giovane di 23 anni residente nella frazione di Sant'Antonio di Valli del Pasubio, Enrico, ha scelto di compiere l'estremo gesto gettandosi dalla cima che fa parte del gruppo del Sengio Alto e che domina l'alpe recoarese simbolo delle Piccole Dolomiti. È stata una donna appassionata di montagna, dal rifugio, ad allertare i soccorsi, dopo essere stata testimone oculare della tragica caduta del ragazzo.

Subito dopo pranzo, il ragazzo avrebbe raggiunto il passo di Campogrosso. Da lì, quindi, il giovane avrebbe imboccato il sentiero che porta alla vetta della Sisilla e, dopo aver mandato l'ultimo saluto alla famiglia, avrebbe spiccato il salto che gli è stato fatale. Dopo aver ricevuto l'estremo saluto del figlio, il padre incredulo e preoccupatissimo ha allertato i soccorritori lanciando un ulteriore allarme. Gli uomini del Suem 118, dei carabinieri della compagnia di Valdagno del capitano Mauro Maronese e del soccorso alpino della stazione di Recoaro-Valdagno coordinati da Paolo Dani sono intervenuti in forze ma il giovane non ha lasciato loro il tempo di provare a convincerlo a ripensarci e, non potendo evitare l'irreparabile gesto, hanno solo potuto constatare la morte del giovane, che è avvenuta sul colpo.

Vicino al cadavere, i soccorritori hanno rinvenuto una lettera d'addio che ha tolto ogni dubbio circa la volontarietà del gesto e che potrebbe chiarire i motivi che hanno spinto il ventitreenne a togliersi la vita. Motivi difficili da comprendere per un ragazzo che sembrava avere una vita serena e che la gente di Sant’Antonio descrive come un giovane simpatico, vivace, volonteroso e pieno di vita. Aveva un lavoro come operaio e tanti amici in paese e amava la montagna e l’arrampicata. Era anche attivo nel volontariato, in particolare nei gruppi parrocchiali con cui organizzava i campeggi estivi per i ragazzini.

Tifoso della Juve e appassionato di musica punk-rock, aveva già acquistato i biglietti per un concerto della band americana “Linkin Park” in giugno a Monza. Resta un mistero quindi il motivo per cui il ragazzo abbia scelto di farla finita. E ancor più perché quel luogo così simbolico per compiere il gesto estremo. La parete della Sisilla, alta oltre un centinaio di metri, è molto nota come palestra di roccia. La vetta, è coronata da una madonnina che negli anni diventata simbolo del luogo, è raggiungibile anche attraverso un sentiero ripido ma agevole. Per questo la è meta di tanti escursionisti ed appassionati della monta gna. Se negli ultimi due anni si sono verificati due incidenti piuttosto gravi nella zona della Sisilla, uno dei quali è costato la vita alla giovane padovana Francesca Vedovato, solo una volta, alla fine degli anni '80 si era registrato un caso come questo. L'accaduto ha lasciato sgomenti i molti avventori del rifugio Campogrosso e le persone che stavano trascorrendo un assolato pomeriggio invernale. Finito purtroppo in tragedia.

Karl Zilliken Elia Cucovaz

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