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La storia

Due lauree, ma fa il libraio in una bancarella: «Questa è la vera libertà»

Angelo Trevisani è un simbolo sotto i portici di via Val Leogra: potrebbe esser un avvocato o insegnante invece ha scelto di vendere libri.
Angelo Trevisani accanto ai suoi libri in via Battaglione Val Leogra (Foto Edoardo Mario Francese)
Angelo Trevisani accanto ai suoi libri in via Battaglione Val Leogra (Foto Edoardo Mario Francese)
Angelo Trevisani accanto ai suoi libri in via Battaglione Val Leogra (Foto Edoardo Mario Francese)
Angelo Trevisani accanto ai suoi libri in via Battaglione Val Leogra (Foto Edoardo Mario Francese)

Più di 60 anni, due lauree in giurisprudenza e storia moderna, una vita da libraio e ormai una figura simbolo di via Battaglione Val Leogra a Schio, in contrasto con i ritmi frenetici e l’abbandono del cuore cittadino. Lui è Angelo Trevisani ed è un venditore di libri, già attivo in passato a Vicenza in contra’ Barche, oltre che un appassionato lettore. 

Originario dell’Emilia Romagna del secondo dopoguerra si è laureato due volte, in un’epoca in cui diplomi simili aprivano ad occupazioni remunerative: la prima nel 1977 in Legge a Modena, la seconda, umanistica, due anni dopo nella rossa Bologna.

La curiosità?

Non ha mai svolto una professione legata a queste due materie e, una volta preso il titolo di dottore, ha cominciato a vendere libri. Una scelta che appare rischiosa, con due lauree prestigiose e uno scenario allettante - per non dire un futuro certo - sul finire degli anni ’70: eppure Angelo è entrato in un mondo che oggi sembra assai distante. «Ho fatto un calcolo - spiega - io facendo questo lavoro riuscivo a mantenermi, cosa che non potevo fare con la laurea in Legge. Ci si arrangiava. Ho fatto una scelta che è stata puramente economica, è l’unico modo per vivere che ho trovato». 

Una scelta di vita portata avanti con dedizione

Ogni mattina Trevisani parte da Cittadella e raggiunge Schio con i mezzi pubblici per alzare i teli delle bancarelle e incontrare i clienti. «Poi c’è la passione, a me piace. Se dovesse passare faccio altro, senza questa passione è meglio sparire. Mi conveniva, poi è diventata una convinzione personale».

Difficile pensare che un lavoro del genere dia più certezze di una vita come legale, docente o un qualsiasi lavoro in ufficio. «Non avrei avuto più soddisfazione, il mio lavoro dà ampio rispetto delle scelte che faccio, dà più libertà. Se domani mattina non voglio lavorare, resto a letto». E continua: «Se avessi un lavoro come avvocato o istruttore, avrei molti problemi, invece non devo salutare le stesse persone tutti i giorni, anzi posso tranquillamente mandare a... Questo è il mio principio».

Uno spirito libero e controcorrente.

«Le nostre scelte sono coraggiose e non sempre condivise. Succede». L’amore per i libri però è rimasto. «Sono onnivoro di libri. Non importa quello che leggo, può essere saggistica o narrativa, basta non farsi mai beccare senza un libro in mano». In molti come lui. «Non è vero che la gente legge meno, ha cambiato gusti di lettura, ma non gusto di leggere. Quando una persona sceglie un libro e lo annusa, per sapere se è buono il sapore, è il cliente che piace a me». Con questo spirito Angelo ha avviato un discreto mercato. «Penso di avere sui 4 mila pezzi qui, ne vendo circa 200 al mese».

Angelo Trevisani: «Magari rubassero i libri»

Sorgono due dubbi: la presenza di ladri ingolositi dal tesoro in bella vista e l’assenza di un catalogo informatico. «Magari rubassero i libri, vorrebbe dire che diventano merce appetibile». E sul non-archivio dice: «Mi ricordo tutto dov’è: abbiamo delegato alcune funzioni al sistema informatico, ignorando cosa può fare il nostro cervello». Se nella prossima primavera, passeggiando sotto il portico del teatro Astra, qualcuno noterà le due bancarelle, saprà che lì dietro si cela una storia curiosa. Il sigaro, il baffo grigio e lo sguardo quasi assopito, perso sull’allestimento librario. Ma com’è noto, mai giudicare un libro dalla copertina. 

 

 

Edoardo Mario Francese

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