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Schio

Biancheria intima
tra i resti di cibo
Paura riti esoterici

Elia Cucovaz Strani riti notturni inquietano gli abitanti di via Monte Zebio a Ss. Trinità. Su un percorso pedonale a ridosso delle abitazioni e del parco giochi i residenti hanno trovato indumenti...

Elia Cucovaz

SCHIO. Strani riti notturni inquietano gli abitanti di via Monte Zebio a Ss. Trinità. Su un percorso pedonale a ridosso delle abitazioni e del parco giochi i residenti hanno trovato indumenti intimi femminili, resti di cibo, soldi bruciacchiati e bicchieri contenenti un qualche tipo di bevanda. Il tutto disposto in un preciso ordine. Ma la cosa più strana è che gli stessi elementi erano stati ritrovati nello stesso luogo e con la medesima disposizione anche nel giugno 2014, e ancora l’anno precedente. Episodi che hanno tutta l’impressione di far riferimento a qualche pratica esoterica.

Il fatto è stato segnalato alla polizia locale del consorzio Alto Vicentino che sta procedendo agli accertamenti. Le tracce del rituale sono state viste domenica mattina, e sabato sera una residente dice di aver sentito degli schiamazzi «subito dopo la partita, verso le 23, però non ci ho fatto più di tanto caso. Ho pensato che fosse qualche ragazzino». Ieri mattina il tutto era ancora lì.

«All’inizio pensavo che qualcuno avesse fatto baldoria, ma è evidente che c’è sotto qualcos’altro» rileva una residente. «Il reggiseno, le mutandine, la canottiera sono tutte ben piegate - rileva un’altra - Non sono state solo abbandonate. Un vicino che ha vissuto per qualche anno in Brasile ha detto che là ha visto cose simili e che si tratterebbe di riti per propiziare la fertilità». Si potrebbe obiettare però che il luogo, in mezzo alle case e lungo un marciapiede, sembra inadatto a celebrare un rituale senza dare nell’occhio. È vero che non è stato fatto niente di male, se non l’abbandono di rifiuti.

Però perché non farlo in un posto più appartato? Forse quel luogo riveste un significato? Magari il rito, nel bene o nel male, è rivolto a qualcuno in particolare. «In ogni caso, di notte quell’angolo è totalmente buio» testimoniano i residenti. E più di una signora afferma di non passarci dopo il tramonto. «Ci vorrebbe un lampione. Qualcuno tempo fa l’aveva chiesto in Comune. Evidentemente hanno detto no». Del fatto si era interessato anche il consiglio di quartiere. «In passato ci sono stati furti. Ci sentiremmo più sicuri se questa zona fosse illuminata».

C’è anche chi ricorda che a venti metri in linea d’aria, a gennaio erano andate a fuoco due auto. I vigili del fuoco non avevano trovato inneschi, ma i titolari non credevano fosse stato solo un corto circuito. Con ogni probabilità tra i due fatti non c’è alcun legame ed è più che altro la paura che porta a collegarli uno all’altro. Qualcosa di simile invece c’era stato a Giavenale, con bamboline trafitte da spilli e chiodi fatte ritrrovare vicino alle case di una via del quartiere. Probabilmente più che di vudù si trattava di un burlone. Sta di fatto che gli abitanti richiesero l’intervento del parroco per benedire le abitazioni. In questo caso oltre che dalla biancheria intima, i residenti sono stati colpiti dal denaro bruciato. Si direbbero banconote da 5 euro. «Si vede che ne avevano troppi» scherza qualcuno. Altri dicono che l’altra volta erano pezzi da 200 euro. «Ma finte». La crisi, insomma, non risparmia neanche la macumba.

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