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Bassano

Neonata morta
I genitori aspettano
la verità da 7 mesi

di Francesca Cavedagna
L’ospedale San Bassiano dove venne alla luce la piccola Marta
L’ospedale San Bassiano dove venne alla luce la piccola Marta
L’ospedale San Bassiano dove venne alla luce la piccola Marta
L’ospedale San Bassiano dove venne alla luce la piccola Marta

Sette mesi di attesa, ma i consulenti della Procura devono ancora depositare l’esito dell’autopsia nonostante il magistrato avesse fissato nei fatidici 90 giorni il termine entro il quale rispondere al quesito sulle cause della morte della piccola Marta. Di giorni, invece, ne sono trascorsi più di 200 senza che il medico legale abbia informato il magistrato. Senza che i genitori sappiano perché la loro bambina è morta, dopo appena 10 ore e 13 minuti dalla sua venuta al mondo.

La tragedia di Marta Zen maturò lo scorso 16 marzo al San Bassiano e si consumò la stessa sera al San Bortolo di Vicenza. L’inchiesta per omicidio colposo vede il registro degli indagati ancora completamente in bianco e al momento anche i consulenti di parte, in attesa che quello del Pm concluda il suo lavoro, sono al palo.

L’esame istologico sul corpo della piccola venne effettuato il 21 marzo al San Bortolo da Dario Raniero, medico legale incaricato dalla Procura. Vi assistette la dottoressa Alessandra Zamboni, specializzata in ginecologia, consulente della famiglia Zen. Da allora è calato il silenzio sulle cause e sulle eventuali responsabilità che portarono al decesso per “acidosi metabolica gravissima e inarrestabile”. Ma questa motivazione, per i genitori Michela Rossi e Pietro Zen, è stata sin dall’inizio insufficiente. Anche perché la bimba è nata con taglio cesareo al sesto giorno della quarantesima settimana di un gravidanza considerata a basso rischio. Nemmeno 12 ore dopo non c’era più.

La famiglia non parla, se non attraverso il suo legale, l’avvocato Barbara Peghin. «La loro richiesta è sempre la stessa - spiega la legale - Vogliono sapere esattamente perché la piccola Marta è morta, in una circostanza che per tutti è stata improvvisa e insensata, dato che non c’erano state avvisaglie. Ho mandato varie lettere di sollecito per accelerare le indagini istologiche, rimaste ancora ferme alla preparazioni di vetrini specifici che, dopo le analisi, serviranno a dare risposte definitive sulle cause». Nel frattempo dalla procura di Vicenza, dove il caso è passato dal pm Giulia Floris (assente per maternità) al collega Luigi Salvadori, non sono arrivate notizie circa specifiche richieste di proroghe sulla consegna dei risultati autoptici. «In teoria gli esiti si sarebbero dovuti avere entro tre mesi dall’avvio dell’inchiesta - spiega Peghin - E’ possibile chiedere fino a sei mesi di proroga, passaggio che immagino ci sia stato, ma di cui noi non abbiamo mai avuto notizia. In tutti i casi entro poche settimane, sempre se i tempi verranno rispettati, dovremmo avere le risposte tanto attese, in base alle quali la procura deciderà se ci possono essere o meno responsabilità colpose dei sanitari». Anche questo passaggio per la famiglia Zen, si rivelerà fondamentale, indipendentemente che vengano iscritti nomi sul registro degli indagati. «Loro vogliono conoscere la verità» conclude Peghin.

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