VICENZA. Nuovo interrogatorio fiume per Gianni Zonin. L'ex presidente della BpVi, indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, oggi è stato ascoltato nuovamente dai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori. Zonin è entrato nella caserma della guardia di finanza di contra' San Tomaso questa mattina intorno alle 10 ed è uscito poco dopo le 17. Sette ore di interrogatorio. «Questo è l'ultimo», hanno detto i suoi avvocati all'uscita.
Già mercoledì, nel corso del primo interrogatorio, l'ex presidente aveva cercato di allontanare da sé ogni accusa. La sua linea difensiva è nota, perché l'ha proposta nell'atto di citazione della causa civile promossa davanti al tribunale delle imprese di Venezia - seguito all'azione di responsabilità nei suoi confronti - contro l'istituto di credito e contro Samuele Sorato, ex direttore generale, e Emanuele Giustini, vicedirettore. E cioè: il tracollo di BpVi trae origine «da una gestione scorretta da parte della direzione della banca, posta in essere con modalità tali da non poter essere accertata dal Cda».
Tesi che l'ex dg Sorato ieri in una nota aveva rispedito al mittente. Sorato respinge «con fermezza, perché totalmente inveritieri, sia l’addebito di aver tenuto una condotta silente nei confronti dell’Autorità giudiziaria, sia le illazioni su sue presunte responsabilità, asseritamente riferite dal cav. Zonin all’Autorità stessa» in relazione ai fatti oggetto dell’indagine penale, riservandosi «al contempo ogni opportuna azione di tutela».