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Vicenza

Vola da finestra
a Santo Domingo
La polizia: ucciso

La spiaggia di Las Terrenas a Santo Domingo è una delle mete preferite dai turisti
La spiaggia di Las Terrenas a Santo Domingo è una delle mete preferite dai turisti
La spiaggia di Las Terrenas a Santo Domingo è una delle mete preferite dai turisti
La spiaggia di Las Terrenas a Santo Domingo è una delle mete preferite dai turisti

Lo hanno trovato con la testa fracassata, e con lividi in tutto il corpo, sotto la finestra della palazzina dove viveva. Sarebbe caduto dal secondo piano, sei metri di volo, ma le lesioni che ha subito non sarebbero state provocate solo dalla caduta. La polizia ipotizza l’omicidio, anche se deve ancora sciogliere molte riserve. È un giallo la morte di Cristiano Gallo, 43 anni, vicentino, deceduto venerdì scorso (ma la notizia a Vicenza è trapelata ieri) a Las Terrenas, splendida località di mare a Santo Domingo. La vittima, imprenditore nel settore degli impianti idraulici, lascia nella disperazione due figlioletti e tutti i famigliari. «È successo proprio quando aveva deciso di tornare in Italia - lo piange il papà Gaetano -, perché non era più contento di come andavano le cose lì e chiedeva di essere liquidato. Vogliamo sapere la verità».

LA VITTIMA. Gallo nella sua vita aveva fatto svariati lavori, ma sempre con il piglio di mettersi in proprio. Aveva lasciato l’azienda di famiglia, oggi gestita dalla mamma e dal fratello maggiore, che vivono a Bolzano Vicentino in via Palladio, per aprire un bar a Breganze. Poi l’offerta di un amico, Daniele Tombari: «Vieni con me a Santo Domingo. È un paradiso e il lavoro non manca. Mettiamo in piedi una società e facciamo i soldi». Cristiano, spirito libero, aveva lasciato le due ex compagne da ciascuna delle quali aveva avuto un figlio, i parenti e i tantissimi amici, ed era partito. Con l’amico aveva fondato la “Avl”, una società che aveva vinto l’appalto per costruire un acquedotto in una località turistica molto in voga, e che si occupava anche di impianti e depurazione. Aveva conosciuto molti italiani ed era entrato in amicizia con Francesca. È stata lei, il giorno del dramma, a dare l’allarme.

LA TRAGEDIA. La polizia dominicana su quanto accaduto resta molto abbottonata. «Siamo stati avvisati nella notte fra venerdì e sabato dalla clinica dove è morto - spiega il padre -, e da allora non sappiamo molto. Ci hanno detto che per le autorità sarebbe un omicidio. Vogliamo che intanto la salma torni in Italia, la burocrazia sta facendo passare molto tempo». Da quanto è stato ricostruito, Cristiano sarebbe caduto dalla finestra, precipitando sull’erba. E se inizialmente la polizia pensava ad un incidente o, peggio, ad un suicidio, dopo i primi accertamenti e i riscontri clinici ha compreso che la dinamica potrebbe essere assai diversa. Gallo prima di precipitare sarebbe stato colpito con violenza.

IL GIALLO. «Sono in corso indagini - confermano dall’ambasciata italiana di Panama, che ha competenza anche sull’isola caraibica -, ma fra le piste accreditate c’è quella del delitto». Molte persone sarebbero state interrogate in questi giorni; gli inquirenti vogliono ricostruire le ultime ore di vita di Cristiano, capire chi ci potesse essere in casa con lui, acclarare un possibile movente. Alcune risposte potrebbero arrivare dall’autopsia. Quello che è certo è che al momento i contorni della morte dello sfortunato imprenditore vicentino sono avvolti nel mistero. Forse per questo manca ancora il nulla osta per poter trasferire la salma in Italia.

I FAMIGLIARI. «Lo avevamo sentito l’ultima volta al telefono mercoledì, due giorni prima del dramma - raccontano i famigliari - e stava benissimo. Era stanco di restare ai Caraibi, voleva tornare a casa. Per questo aveva chiesto di uscire dalla società che fra l’altro, da quello che ci raccontava, aveva incontrato delle difficoltà». Il papà Gaetano, la mamma Anna e il fratello Stefano vogliono conoscere la verità, ma al momento non hanno informazioni certe, e le voci che rimbalzano dai Caraibi, dove vivono molti italiani e parecchi vicentini, non fanno altro che creare ulteriore confusione. «Comunque siano le cose, piangiamo un figlio che non meritava una morte così».

Diego Neri Matteo Carollo

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