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Vicenza

Troppi anni in cella
Ma dopo è evaso
No al risarcimento

L’interno della casa circondariale “Del Papa” di Vicenza
L’interno della casa circondariale “Del Papa” di Vicenza
L’interno della casa circondariale “Del Papa” di Vicenza
L’interno della casa circondariale “Del Papa” di Vicenza

Era rimasto 156 giorni recluso per niente, ma non ha diritto ad alcun risarcimento. Era stato sì condannato per essere evaso dai domiciliari, anche se agli arresti non ci doveva più stare. Mentre la Corte d’Appello di Trento, accogliendo la richiesta degli avv. Marco Grotto e Andrea Segalla, lo aveva risarcito con 40 mila euro come «somma dovuta a titolo di riparazione per l’errore giudiziario», condannando anche lo Stato alle spese, la Cassazione ha ribaltato il verdetto, accogliendo il ricorso dell’Avvocatura dello Stato. Niente risarcimento, e i 1.000 euro di spese li deve pagare lui.

La vicenda giudiziaria di Luigi Aiello, 39 anni, è quanto mai singolare; oggi è in attesa di un secondo procedimento, a Venezia, per i quasi due anni di reclusione scontati per niente: era il primo errore, da cui è dipeso il secondo. La storia che vede per protagonista l’ex detenuto è un intrigo di prim’ordine. Nel giugno del 2014, la stessa Corte trentina gli aveva dato ragione, sospendendo l’ordine di carcerazione e rimettendolo in libertà. Aiello aveva scontato quasi due anni, fra galera e domiciliari, per niente. Gli uffici giudiziari di Oristano avevano infatti sbagliato i conti sulla pena a suo carico, e lui era rimasto recluso. Non che non se lo meritasse, visto il suo curriculum criminale: ma la legge è legge.

Aiello, di origini sarde, vive fra Calvene (dove abita la sorella) e Piovene (dove risiede la fidanzata). Ha un passato burrascoso, e una raffica di condanne accumulate fra Sassari, Olbia, Nuoro e Tempio Pausania. Era stata la procura di Oristano a sommare le pene diventate definitive: il cosiddetto cumulo materiale ammontava a 19 anni di cella. Ma era scattato nel suo caso il cosiddetto “cumulo giuridico”, pari a 11 anni complessivi. Solo che Aiello un po’ di galera l’aveva già fatta, e così la somma definitiva ammontava a 5 anni e 8 mesi. Per lui si erano aperte le porte del carcere. Nel 2011, Aiello avanzò richiesta di andare ai domiciliari, in virtù di un decreto svuotacarceri; gli concessero questa opportunità, e lui venne a vivere dalla sorella. In realtà, poco dopo Aiello scappò, e se ne andò in Spagna, dove rimase alcuni mesi. Ricercato per evasione, tornò in Italia e venne arrestato: un altro anno di condanna. Mentre lo stava scontando, nel corso del 2014, i suoi avvocati si resero conto dell’errore di calcolo compiuto in Sardegna; e accertarono che al momento dell’evasione lui avrebbe dovuto essere stato giù un uomo libero. Per questo, quel reato lo aveva commesso quando non lo poteva più commettere. E Aiello aveva chiesto i danni, ottenendo i 40 mila euro e tante scuse.

L’Avvocatura statale aveva presentato ricorso, e la quarta sezione penale della Cassazione, presieduta da Blaiotta, lo ha accolto. Il ragionamento degli Ermellini è che Aiello ha concorso all’errore giudiziario con il suo comportamento, visto che è evaso scappando all’estero. Pertanto, ha avuto un ruolo nella determinazione dell’ingiusta condanna; fra l’altro, lui era convinto di commettere un reato, perché non aveva mai compiuto i calcoli corretti su quanto doveva scontare, che vennero effettuati solo anni dopo dai suoi legali. Risarcimento annullato.

Diego Neri

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