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Vicenza

Tre gemelline
Insieme
pesano 5 chili

I neo genitori posano felici all’ospedale San Bortolo assieme alle tre gemelline
I neo genitori posano felici all’ospedale San Bortolo assieme alle tre gemelline
I neo genitori posano felici all’ospedale San Bortolo assieme alle tre gemelline
I neo genitori posano felici all’ospedale San Bortolo assieme alle tre gemelline

Franco Pepe

Tre gemelle al San Bortolo. Tre fiocchi rosa. Tutte femmine. Sono nate il primo luglio. Hanno passato una ventina di giorni nelle culle termostatiche della neonatologia, nel reparto specialissimo dei prematuri, perché pesavano troppo poco. Ma la ventilazione artificiale è stata necessaria per poco. Hanno guadagnato subito peso. Qualche problema respiratorio solo per una di questa bimbe che sono perfettamente identiche, come gocce d’acqua. E oggi se ne vanno a casa, faccine uguali ma cuffie e abitini diversi. Tia, la prima del terzetto, 1.580 grammi, è nata alle 15.31. Juri, stesso peso, alle 15.32. Naya, 1.600 grammi, alle 15.33. Tre minuti di felicità. Poi ognuna di loro è stata assistita da un medico e da un’ostetrica, e l’avventura è iniziata. I genitori se le guardano in una stanza della pediatria davanti al primario Massimo Bellettato. Marwan, il papà, un nome che si traduce “Rosa bianca”, e Salam, la mamma, il nome che significa “pace”, sono giordani di religione musulmana, ma vivono in città, in via Monte Zebio, da 4 anni.

Le tre cucciolette dai capelli folti e neri sono le loro prime figlie. La famiglia, da un giorno all’altro, si è fatta grande. Lui è quasi italiano. Ha amici dappertutto. È arrivato migrante nell’estremo lembo della penisola, a Reggio Calabria, nel 1999, per lavorare. Nell’ottobre del 2012 il viaggio fino a Vicenza, dove oggi gestisce una piccola ditta di trasporti e gira con un furgone per tutto il Veneto. Lei è arrivata sempre 4 anni fa dopo aver sposato ad Amman il suo Marwan. «Io mi aspettavo due gemelli - spiega Marwan in un buon italiano -. Nella mia famiglia mio fratello ha avuto due gemelli e ho due zii gemelli. Il fratello di mia moglie ne ha due anche lui. Insomma mi ero già abituato all’idea. Ma quando mi hanno detto che erano tre un po’ ci sono rimasto. L’imbarazzo, però, è durato poco. Le accetto con tutto il cuore. Sono un dono di Dio, il più prezioso che mi potesse toccare». Contenta anche Salam: «Il primo momento è stato di choc, poi solo gioia». Un pensiero per medici e infermiere: «Bravi, meravigliosi, disponibili. Dal primo giorno di ospedale siamo rimasti a bocca aperta». Le tre gemelle sono tre piume colorate senza differenze, anche se il carattere non è proprio lo stesso. Una è quieta, tranquilla, quasi immobile, come volesse posare per i flash. La seconda si agita, piega la testina, fa le smorfie. La terza piange, ma non a dirotto, solo perché è stata tolta dalla culla per le foto di rito e non vuole essere disturbata. I genitori per prenderle in braccio usano mille attenzioni. Ed è anche difficile distinguerle. Marwan continua a confonderle. Intanto non ha perso tempo. Ha già piazzato a casa nella camera da letto tre culle e ha comprato un passeggino fuoriserie a tre posti per le passeggiate “en plein air”. Marwan discorre volentieri. Si parla dei radicalisti islamici, degli attentati. La sua è una condanna netta: «Quelli – dice – non sono veri musulmani». L’Italia è diventata la sua seconda patria. «Sono pienamente integrato. Io qui sto bene e tutti mi trattano bene. Anche dopo questi orrendi fatti di sangue mai nessuno mi ha fatto una battuta, mi ha detto qualcosa. Non tornerò più in Giordania. Solo per andare a trovare i miei. Le mie figlie ora sono vicentine. Amo anche la cucina italiana. So preparare le lasagne». Salam è d’accordo. Vicenza è la terra promessa. Solo una preghiera: «Spero che qualcuno ci aiuti. Mio marito lavora, ma con tre figlie non sarà semplice».

Franco Pepe

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