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Vicenza

Tornano le polveri
Ma metà dei negozi
ha le porte aperte

Porte aperte

Vicenza continua a boccheggiare. Non c’è tregua, in città, sul fronte delle polveri sottili: da fine novembre i livelli si sono mantenuti a livelli allarmanti, con una qualità dell’aria che continua a rivelarsi scadente. Gli ultimi dati disponibili, relativi a mercoledì scorso, parlano di un livello di Pm10 pari a 80 microgrammi per metro cubo, ben superiore al limite di 50 microgrammi. Le regole antismog del Comune rimangono attive, ma non sempre i cittadini seguono le prescrizioni: ieri mattina, in corso Palladio, un negozio su due si presentava con le porte spalancate, in barba al divieto specifico in vigore.

ARIA SCADENTE. Lo sforamento del limite di mercoledì porta a 48 il numero dei superamenti dall’inizio dell’anno, confermando Vicenza come città fuorilegge:la soglia può essere infatti superata al massimo per 35 giorni l’anno. Non era andata meglio nei giorni precedenti: a parte la breve parentesi di sabato e domenica scorsi, nei quali comunque i valori, pari a 49 microgrammi, avevano sfiorato la soglia consentita, il limite è stato superato quotidianamente a partire dal 30 novembre. A livello regionale, sempre mercoledì, il capoluogo berico si è posizionato al terzo posto nella classifica delle città con l’aria più scadente, riuscendo a superare Venezia, Padova, Rovigo e Belluno; a fare peggio, solo Verona e Treviso. E c’è poco da sperare nel meteo: per la pioggia, che rappresenta un vero e proprio toccasana per l’abbattimento delle polveri, bisognerà attendere ancora. Fino a lunedì, le previsioni parlano di cielo sereno o poco nuvoloso, con precipitazioni assenti.

LE MISURE. L’amministrazione comunale non abbassa la guardia di fronte ad un nemico che ormai conosce bene. Rimangono attive infatti le norme relative alle limitazioni del traffico, alla riduzione delle temperature in uffici e abitazioni, al divieto di tenere aperte le porte dei negozi per evitare dispersioni termiche e sprechi energetici. Proprio su quest’ultimo punto, però, i negozianti vicentini non sembrano sentirci molto. Ieri mattina, in corso Palladio, su 54 negozi aperti, 23 avevano le porte spalancate. A contravvenire alla regola sono stati soprattutto i punti vendita delle grandi catene commerciali, affollati di clienti per lo shopping natalizio. I più piccoli, invece, hanno preferito tenere gli ingressi serrati.

PORTE APERTE. La situazione è nota più o meno a tutti: si varca la soglia senza incontrare ostacoli e si viene investiti da un getto d’aria calda. Ad una richiesta di spiegazioni sulla non osservanza delle regole comunali le risposte sono le più disparate. «Non ero a conoscenza del divieto», spiega la responsabile di uno degli esercizi. «Sono direttive aziendali», è invece una delle giustificazioni più frequenti. Anche per le motivazioni, c’è un tema ricorrente: «Le porte rimangono aperte in modo da invogliare il cliente ad entrare, per dare l’idea che il negozio sia aperto», rispondono i dipendenti in diversi punti vendita. «Abbiamo le porte aperte ma non teniamo il riscaldamento acceso - spiega la responsabile di un negozio -. Anzi, a volte siamo costretti ad accendere l’aria condizionata per il calore sviluppato dai fari. Neanche la barriera d’aria calda all’ingresso, da noi, oggi è accesa». «Abbiamo spiegato il problema, in sede - sostiene un’altra commessa -. Ci hanno spiegato che la barriera d’aria all’ingresso serve proprio per non far uscire il calore dal negozio e per tenere fuori l’aria fredda».

Matteo Carollo

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