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Vicenza

Tenta di riscuotere
la polizza, imputato
"tradito" dalla banca

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I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro
I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro
I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro
I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro

VICENZA. Imputato per frode fiscale, con beni e conti correnti sotto sequestro, tenta di incassare una polizza assicurativa di 34.000 euro. Finisce di nuovo nei guai un imprenditore, già coinvolto nell’ambito dell’indagine "Matutinus", condotta dai militari delle Fiamme Gialle di Schio.

L’uomo si sarebbe presentato in banca chiedendo di incassare il denaro. Ma la polizza, di cui l’imprenditore era beneficiario, era uscita indenne da un precedente vincolo, poichè formalmente intestata alla società di cui è dipendente. 

La polizza, che di fatto non compariva nell’originario elenco dei beni congelati, ora è stata sequestrata. In seguito alla segnalazione dell’operazione bancaria, infatti, è stata sospesa la riscossione del denaro, permettendo all’autorità giudiziaria berica di disporre il sequestro preventivo anche del prodotto assicurativo, prima che fosse incassato il premio.

 

Le indagini

Le indagini, condotte dalla tenenza di Schio e coordinate dalla procura della Repubblica, erano state avviate nel 2016, quando era stata individuata una società di capitali con sede nel vicentino e attiva nel settore meccanico, che aveva emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti, omettendo la presentazione delle dichiarazioni fiscali. I documenti commerciali fittizi ammontano a oltre 2,5 milioni
di euro, consentendo indebite deduzioni e detrazioni d’imposta a decine di imprese operanti nel Triveneto.

 

Il complesso «puzzle» di transazioni illecite è stato ricostruito grazie all’incrocio dei dati emersi dalle indagini bancarie con quelli delle indagini finanziarie. Per ostacolare le indagini, le somme venivano dirottate su conti correnti in Repubblica Slovacca, dove venivano prelevate in contanti per essere restituite ai beneficiari.

 

Nei confronti di 23 imprese e dei relativi 26 amministratori è stato disposto il sequestro per equivalente del profitto illecito, circa 1,4 milioni, cinque immobili nei Comuni di
Costabissara, Sandrigo e Caltrano, quattro automobili, quote societarie di sette imprese, tre fondi comuni di investimento, due polizze assicurative, un credito commerciale e 32 conti correnti.

I 26 amministratori più altri cinque imprenditori sono indagati per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; gli amministratori di fatto della società di comodo sono indagati per emissione di fatture per
operazioni inesistenti e auto-riciclaggio. Al momento, la Procura ha emesso l’avviso di conclusione
indagini preliminari stato notificato dalle Fiamme Gialle nei confronti di 34 indagati.

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