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«Teatro, pronti a dare altri 100 mila euro»

Il Teatro Comunale è reduce da una buona stagione per affluenza di pubblico, ma preoccupa l’uscita del socio BpVi. COLORFOTO ARTIGIANA
Il Teatro Comunale è reduce da una buona stagione per affluenza di pubblico, ma preoccupa l’uscita del socio BpVi. COLORFOTO ARTIGIANA
Il Teatro Comunale è reduce da una buona stagione per affluenza di pubblico, ma preoccupa l’uscita del socio BpVi. COLORFOTO ARTIGIANA
Il Teatro Comunale è reduce da una buona stagione per affluenza di pubblico, ma preoccupa l’uscita del socio BpVi. COLORFOTO ARTIGIANA

«Il Comune si impegna a mettere altri 100 mila euro di contributo straordinario a sostegno della Fondazione Teatro. È un ulteriore segnale di concreta vicinanza, ma in prospettiva non è pensabile che l’ente possa sostituirsi al socio che viene a mancare. È necessario invece stimolare l’ingresso di tanti soci piccoli». Per voce del vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci, assessore alla Crescita, il Comune tende una mano alla Fondazione Teatro, all’indomani dell’appello accorato del suo presidente Roberto Ditri, intonato alla luce dell’uscita della Banca Popolare di Vicenza dalla compagine societaria dell’ente, annunciata con una lettera del 29 aprile scorso. «Ci aspettiamo una risposta più concreta dal territorio, sia dal settore pubblico che da quello privato», ha affermato Ditri. La mano tesa del Comune, in realtà, era già arrivata una decina di giorni fa, quando Bulgarini d’Elci aveva «prospettato il nuovo contributo al Cda».

Vicesindaco, sta venendo a galla il nodo dei nodi, previsto già prima che il Teatro nascesse: la sostenibilità della Fondazione. Come si sta muovendo il Comune su questo fronte?

Questa amministrazione ha ben presente, e non da ora, la situazione strutturale della Fondazione Teatro e già negli ultimi anni ha agito per rinforzare questo soggetto, sia dal punto di vista dell’operatività sia con sostegno finanziario.

Oltre ai 200 mila euro come socio, il Comune aggiunge la quota per il Festival jazz e il Ciclo dei classici.

Sì. E vale 450 mila euro. Quando abbiamo affidato alla Fondazione il Ciclo dei classici e il Festival jazz sapevamo che le stavamo dando continuità di lavoro, attività prestigiose e anche un aiuto per potenziare la propria immagine, così da essere più attrattivi per la ricerca di sponsor.

La ricerca non è stata così fortunata, finora.

Purtroppo per varie ragioni la Fondazione non è riuscita a raccogliere molto, ma è nelle condizioni giuste per riuscirci, visto che si muove con le regole del privato e senza i vincoli del settore pubblico.

Però la Fondazione ha perso soci per strada...

La Fondazione ha cambiato volto profondamente dalla sua nascita. Il socio Sisa era uscito quasi subito, poi anche Confindustria Vicenza, per una scelta comprensibile di “par condicio” provinciale, ha lasciato; è subentrata per fortuna la Fondazione Cariverona, mentre la Regione è stata un socio prezioso, ma instabile: capisco le loro difficoltà, con un terzo delle risorse a bilancio di quattro anni fa, fatto sta che ora veleggiano sui 140 mila euro all’anno, non alla quota piena di 200 mila.

Ora l’uscita della BpVi è un duro colpo. Cosa succederà?

La Fondazione, un paio di settimane fa, ci ha scritto una drammatica lettera in cui ci ha rappresentato le difficoltà, in prospettiva, legate all’uscita del socio Banca Popolare. E noi, come Comune, ci siamo subito attivati.

In che modo?

Ne abbiamo discusso in giunta e abbiamo preannunciato, nella riunione del Cda di dieci giorni fa, un ulteriore contributo straordinario dell’ordine di 100 mila euro, che dovrà però essere formalizzato in sede di assestamento di bilancio.

Quindi il pubblico si sta già muovendo...

(pausa, poi la voce maschera bene una vena di seccatura) Il presidente Ditri, probabilmente, quando parlava di pubblico dava per scontato il riferimento ad altri soggetti, diversi dal Comune.

Così si tampona l’emergenza.

Intanto vogliamo dare la possibilità di programmare e finanziare la stagione 2017-18. Va anche detto che la Banca uscirà concretamente entro un anno, non subito, e che il Teatro ha un fondo di gestione di 450 mila euro, perciò non c’è rischio immediato.

Ma in prospettiva serve una cura, no?

In prospettiva non è pensabile che il Comune possa compensare un socio come BpVi. Né è pensabile, oggi, rimpiazzare il socio che esce con un altro grande socio. La Fondazione è una scommessa vinta, ma ha un raggio d’azione limitato per poter convincere un nuovo grande socio a portare 200 mila euro.

Il raggio si sarebbe allargato con una grande Fondazione Cultura?

Era l’idea che avevamo, ma un po’ per litigiosità e un po’ per le vicissitudini del Vicentino non è decollata.

Quindi come se ne esce?

L’assetto della Fondazione va ripensato: oggi serve una pletora di piccoli e medi soci, che possano dare alla Fondazione 10, 20 o 30 mila euro. Ho suggerito alla Fondazione di dedicare in modo specifico una figura professionale all’attività di fundraising. C’è un anno di tempo per vedere se il Teatro riesce a rinforzarsi portando dentro nuovi soci. Il modello è quello che ha funzionato per l’Orchestra dell’Olimpico.

Marco Scorzato

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