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Tav, via Moro e periferie
Tutti i progetti sospesi
con un governo ai saluti

Il progetto dell’alta velocità attende la firma del ministro delle Infrastrutture e di tutti gli enti coinvolti
Il progetto dell’alta velocità attende la firma del ministro delle Infrastrutture e di tutti gli enti coinvolti
Il progetto dell’alta velocità attende la firma del ministro delle Infrastrutture e di tutti gli enti coinvolti
Il progetto dell’alta velocità attende la firma del ministro delle Infrastrutture e di tutti gli enti coinvolti

C’è da chiudere un cancello, prima che i buoi scappino. Anzi, più d’uno: la Tav, che vale quasi 5 miliardi nella tratta Verona-Padova, 800 milioni solo per attraversare la città di Vicenza; la tangenziale Nord-Est, a partire dal prolungamento di via Aldo Moro, per la progettazione della quale il Cipe ha stanziato 5 milioni; e una serie di opere “minori” - solo perché le prime sono dei giganti - che rientrano nel “bando periferie”, per il quale Vicenza concorre per strappare 18 milioni da Roma. C’è da blindare questi tesori, prima che a palazzo Chigi s’insedi un nuovo inquilino. Perché l’iter di questi progetti è iniziato o ha mosso passi importanti con il governo Renzi, ma le dimissioni annunciate dal premier dopo il referendum di domenica e congelate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella finiscono col mettere nel limbo un pacchetto di grandi opere che l’amministrazione comunale di Vicenza attende con trepidazione.

L’ADDENDUM TAV. Ha assunto un significato del tutto particolare, ieri, la missione romana del sindaco Achille Variati: un viaggio programmato da qualche tempo per un incontro tecnico con Rfi sull’alta velocità, ma arricchito di altri appuntamenti riservati, di natura politica. Solo all’incontro con Rfi c’erano anche l’assessore alla progettazione Antonio Dalla Pozza e il dirigente delle Infrastrutture Diego Galiazzo. Ma ora la priorità è raggiungere un traguardo che è burocratico, ma anche politico: la firma sull’addendum al progetto Tav, il documento votato dal Consiglio comunale che recepisce la soluzione progettuale che prevede il raddoppio della linea ferroviaria, il mantenimento della stazione in viale Roma, con fermata in zona Fiera. Ieri (si veda articolo in basso) l’addendum è stato recepito dalla Giunta regionale e ora «servono le firme di tutti gli enti coinvolti perché il procedimento sia concluso e Rfi avvii la progettazione preliminare», spiega Dalla Pozza. Tra queste, ha ricordato il sindaco all’indomani del referendum, serve «la firma del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio». Ecco perché è fondamentale che arrivi in fretta, finché esiste questo esecutivo.

LA TANGENZIALE. Ma se sulla Tav c’è un cauto ottimismo, diverso è il discorso-tangenziale. A inizio dicembre è arrivato da palazzo Chigi il via libera al finanziamento di 5 milioni per la tangenziale Nord-Est, nell’ambito di una seduta del Cipe che ha approvato il piano nazionale delle opere pubbliche sbloccando 11,5 miliardi. Soldi che serviranno ad Anas per la progettazione del prolungamento di via Moro, del tratto Postumia-Marosticana e dell’ultimo lotto per chiudere l’anello fino alla base Del Din, dove arriverà la bretella dell’Albera già appaltata. Variati confida(va) di arrivare presto alla progettazione, forte di un intenso pressing su Anas. Ora un cambio di governo rischia di cambiare la prospettiva.

LE PERIFERIE. C’è infine, per il capoluogo, un’altra partita aperta: il bando periferie. Si tratta del tesoretto da 500 milioni di euro che il governo Renzi ha messo a disposizione di città metropolitane e città capoluogo per riqualificare le periferie: Vicenza ha presentato progetti per 18 milioni che comprendono l’ex Centrale del latte (4 milioni), il parco della Pace (3,7 milioni), ex Pp6 ed ex Pp7 (3 milioni), serre di parco Querini (un milione), parco Bedin Aldighieri (900 mila euro), parco Astichello (350 mila), via Monte Cengio (300 mila), Campo Marzo (250 mila), viale Ippodromo (216 mila) e altri progetti minori. La commissione chiamata a esaminare i progetti ha esaurito il suo lavoro, ma la graduatoria non è ancora stata comunicata. Ma Renzi, ricorda Variati, «si era anche impegnato a finanziare entro il 2017 tutti i progetti del bando periferie, anche quelli esclusi dal primo finanziamento». E ora? Che ne sarà di quella promessa, se cambia il governo e forse anche la legislatura?

Marco Scorzato

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