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L’inchiesta

Tanko e secessione
Chiesto il processo
per 48 Serenissimi

Il famigerato «Tanko» sequestrato ai Serenissimi, che è  ancora sotto la custodia dei carabinieri del Ris
Il famigerato «Tanko» sequestrato ai Serenissimi, che è ancora sotto la custodia dei carabinieri del Ris
Il famigerato «Tanko» sequestrato ai Serenissimi, che è  ancora sotto la custodia dei carabinieri del Ris
Il famigerato «Tanko» sequestrato ai Serenissimi, che è ancora sotto la custodia dei carabinieri del Ris

BRESCIA. Secondo la procura di Brescia, in particolare per il pubblico ministero Leonardo Lesti, titolare dell’inchiesta, dovranno essere processati in quarantotto, con accuse a vario titolo, ma soprattutto per «l’assalto» che si sarebbe dovuto effettuare a piazza san Marco. Simbolo di quello che gli inquirenti classificarono penalmente come terrorismo divenne il «Tanko», definito come un rudimentale carro armato costruito a Casale di Scodosia nel Padovano, su cui è competente la procura di Rovigo. La chiusura dell’inchiesta, ha riguardato cinquanta «indipendentisti», ma per due posizioni, quelle di Athos Cauchioli e Paolo Montanari, la procura ha chiesto l’archiviazione. Per gli altri 48, invece si chiede il processo. Tra loro ci sono anche i vicentini Massimo Canevarolo, 62 anni, residente in città, che si definiva su Facebook “portavoce del Fronte San Marco”, e Gabriele Marco Perucca Orfei, 45, di Montegaldella, già promotore del “Coordinamento 9 dicembre” (quello dei Forconi) e leader della Life. Non compare, nell’elenco, il nome dell’operaio di Trissino Davide Giaretta, 31 anni, la cui posizione è stata stralciata e potrebbe essere archiviata. Ora il gup dovrà fissare la data dell’udienza preliminare. L’indagine della procura di Brescia nella primavere del 2014 portò a 24 arresti, tra carcere e domiciliari. Tutti gli arrestati furono poi scarcerati dal tribunale del Riesame.

L’ACCUSA. La procura contesta a una parte degli indagati d’aver dato vita all’associazione «Alleanza» e questo «con il proposito di compimento di atti di violenza quali l’occupazione militare di piazza San Marco a Venezia». Gli «indipendentisti», all’epoca degli arresti vennero classificati come «velleitari», ma non per questo meno pericolosi. Secondo il gip esisteva: «Un quadro indiziario nitido, composito e gravissimo in ordine all’effettiva sussistenza di uno stabile vincolo associativo». Si attende, nel frattempo, anche l’esito della perizia disposta sul «Tanko». Nel frattempo, il carro armato rudimentale è ancora sotto la custodia dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, in attesa che venga effettuato l’incidente probatorio.

LE INDAGINI. Il blitz era scattato nell’aprile del 2014 con una raffica di perquisizioni, che avevano portato a sequestrare computer, documenti, gadget ma anche coltelli ed altri oggetti ritenuti pericolosi. Gli arrestati erano rimasti in carcere alcune settimane; Luigi Faccia, considerato il leader dell’associazione, restò recluso quasi due mesi dichiarandosi «prigioniero di guerra». Carabinieri del Ros e procura costruirono l’inchiesta anche utilizzando sia le intercettazioni telefoniche sia quelle ambientali. Il quadro che ne emergeva era però ambivalente, visto che fin da subito qualcuno lo ribattezzò il “golpe da mona”, anche se gli inquirenti hanno sempre ritenuto che non fosse una boutade. L’inchiesta trae origine da una cena in trattoria a Erbusco in Franciacorta, nel Bresciano, il 26 maggio 2012, quando avvenne la prima riunione dell’Alleanza.

Mario Pari Valentino Gonzato

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