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Vicenza

Studenti a lezione
di tiro con pistola
Bufera sul Da Schio

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L'istituto Da Schio 4 anni fa ha introdotto un corso di tiro a segno
L'istituto Da Schio 4 anni fa ha introdotto un corso di tiro a segno
L'istituto Da Schio 4 anni fa ha introdotto un corso di tiro a segno
L'istituto Da Schio 4 anni fa ha introdotto un corso di tiro a segno

VICENZA. Nei documenti di programmazione scolastica si chiama "corso di avviamento sportivo con attrezzatura ad aria compressa". Nella pratica, si tratta di quattro lezioni di tiro a segno che coinvolgono ogni anno tre o quattro classi di prima e seconda superiore cui un istruttore federale insegna a sparare. Accade all'istituto Da Schio da quattro anni, ma la notizia è come un cerino in una polveriera alla luce delle recenti polemiche legate alla presenza di minorenni alla fiera della caccia e della strage nel liceo di Parkland, in Florida.

A portarla in primo piano, il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, che si rivolge al governatore Luca Zaia e all'assessore all'istruzione Elena Donazzan «perché intervengano per bandire dal Veneto ogni tipo di attività scolastica che preveda l'uso di armi, anche se ad aria compressa». Da parte sua, il preside Giuseppe Sozzo spiega che «non si tratta di armi da fuoco, ma di attrezzatura sportiva ad aria compressa», specificando che quella del tiro a segno «è una disciplina come tante altre».

 

Com'era prevedibile, la questione sta facendo discutere e ha già varcato i confini regionali, con Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali che chiede l'intervento del ministro dell'istruzione. «Che in una scuola della Repubblica italiana si organizzino corsi per gli studenti di tiro con la pistola con annesse esercitazioni in poligono di tiro, la dice lunga sulla situazione in cui versa il nostro Paese». «E non ci convincono affatto - prosegue - le surreali argomentazioni che il preside dell’Istituto Da Schio porta a difesa di questa vicenda. In pratica, in una scuola pubblica, si insegna a dei ragazzi a sparare. Punto e basta». Fratoianni chiede di sapere cosa ne pensi il ministro Fedeli, «se condivida questa "attività formativa" e se davvero sia opportuno e giusto che il sistema scolastico italiano debba dare agli adolescenti questo tipo di formazione». «Chiediamo al governo - conclude - di avviare subito un’ispezione ministeriale in quella scuola, e se non ritenga opportuno prendere provvedimenti disciplinari immediati nei confronti dei responsabili del corso in questione e del dirigente scolastico».

 

Per il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Sergio Berlato, la polemica sollevata «è assolutamente pretestuosa e frutto del livore ideologico di chi ritiene che debba essere bandito l’uso di qualsiasi arma, anche se sportiva e ad aria compressa, come quelle utilizzate nei corsi promossi dall’istituto Da Schio». «A nulla serve spiegare che i corsi per l’utilizzo delle armi ad aria compressa sono effettuati alla presenza e sotto la stretta sorveglianza di un istruttore federale - aggiunge -. Quelli pervasi da furore ideologico prendono a pretesto la strage al liceo di Parkland in Florida per giustificare il loro attacco isterico contro l’uso di armi sportive in Italia, Paese che vanta il migliore e più ricco medagliere al mondo in ogni competizione sportiva, iniziando da ogni competizione olimpionica». Secondo Berlato «l’Italia rappresenta anche l’eccellenza mondiale nella produzione di armi sportive, eppure il nostro Paese non risulta essere il più guerrafondaio o il Paese che partorisce un elevato numero di criminali assassini».

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