<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Sparisce il grande anello Addio tangenziale nord Ma si sblocca il tratto est

L’atto aggiuntivo al protocollo d’intesa sblocca il prolungamento di via Moro ma dice addio al tratto nord
L’atto aggiuntivo al protocollo d’intesa sblocca il prolungamento di via Moro ma dice addio al tratto nord
L’atto aggiuntivo al protocollo d’intesa sblocca il prolungamento di via Moro ma dice addio al tratto nord
L’atto aggiuntivo al protocollo d’intesa sblocca il prolungamento di via Moro ma dice addio al tratto nord

Nicola Negrin Dalla “O” alla “U”. Cambia una vocale e cambia definitivamente (?) il percorso della tangenziale di Vicenza. Il raccordo anulare, quell’anello disegnato ancora nel 2004 dall’allora assessore Claudio Cicero e portato avanti a suon di richieste, disegni, studi e dibattiti, va in archivio. Per sempre? «Non me la sento di definire questa una pietra tombale - replica Achille Variati - ma un sindaco deve essere realista». E la realtà pone tre condizioni: le difficoltà tecniche, l’Unesco e i quattrini. Dunque, se non è un addio a quel tratto nord che doveva collegare la strada Postumia con la base militare del Din passando per Saviabona e Laghetto, poco ci manca. «Perché - annuncia il primo cittadino - ho politicamente deciso di cercare di portare a casa un accordo che finanzi la progettazione e la realizzazione del secondo stralcio, prolungamento di via Aldo Moro». E che, va detto, prevede allo stesso tempo di cancellare dalle mappe allegate al protocollo d’intesa siglato con il Ministero nell’agosto 2013 il secondo e terzo stralcio già definiti «problematici». CIÒ CHE SI FARÀ. Variati mette le mani avanti: «Non mi aspetto gratitudine; ma sono felice di lasciare al mio successore una pappa pronta con una decisione importante». E quella decisione, ufficializzata ieri dalla giunta, sarà messa nero su bianco in un atto aggiuntivo al protocollo del 2013 «che - illustra il sindaco - dirà ad Anas di dare priorità alla progettazione e alla realizzazione del prolungamento di via Aldo Moro, lasciando ad approfondimenti futuri lo studio del completamento dell’anello a nord». Non sarà un semplice foglio di carta, ma un documento che permetterà di sbloccare il braccio est dell’infrastruttura. «Anas - continua Variati - ha già eseguito alcuni studi preliminari con indagini geologiche, tecniche e rilievi aerei». Non solo. «Ha anche definito l’impostazione di quella che diventerà la tangenziale est: sarà lunga 3,2 chilometri, avrà una corsia per senso di marcia, si staccherà da Aldo Moro con una rotatoria, avrà un cavalcaferrovia all’altezza della Vicenza-Schio, proseguirà sotto la Postumia e in trincea accanto a villa Imperiali e si collegherà poi con una bretellina alla Sr53». Quello che manca sono i soldi. IL FINANZIAMENTO. Ed è qui che si rivela fondamentale l’atto aggiuntivo che di fatto svincola Anas dalla necessità di reperire tutti i quattrini per il completamento del raccordo anulare «e - spiega il sindaco - chiede di concentrarsi sulla grande U». Rispetto a quanto stimato nel 2013, serviranno meno soldi per finanziare il prolungamento di via Aldo Moro «perché - continua Variati - il nodo di Ca’ Balbi è legato alla progettazione dalla Tav, mentre la strada, a seguito delle indagini condotte, sarà di tipo C1, vale a dire una corsia per senso di marcia». Calcolatrice alla mano, potrebbero bastare meno di 80 milioni «dei quali 5 ci sono già, 15,8 saranno garantiti dalla società Autostrade che ha confermato la quota nel piano economico finanziario», mentre i restanti potrebbero spuntare nel fondo infrastrutture del Governo 2018 «che sta arrivando. Vale 3 miliardi di euro e credo che sia facilmente aggredibile». CIÒ CHE NON SI FARÀ. L’accelerazione su Aldo Moro comporterà, però, una brusca frenata dalla Postumia alla Del Din. Quel tratto (chiamato “nord” o comunque «problematico per il nodo delicato di ponte Marchese») non si farà, per il momento. «L’Unesco - ricorda Variati - ha espresso parere negativo, in quanto la nuova strada precluderebbe i naturali coni visuali verso le montagne, e ha chiesto soluzioni alternative». Il sindaco ammette di «non sentirsela di metterci una pietra tombale» ma «di lasciare le riflessioni al futuro». Nel frattempo, però, quella previsione sarà stralciata dal protocollo d’intesa siglato con Anas. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti