Sparare in aria, fra l’altro con una cartuccia a pallettoni di plastica, per mettere in fuga i ladri non è un reato. È legittima difesa. È quanto ha stabilito la magistratura vicentina che con il procuratore aggiunto Orietta Canova ha chiesto e ottenuto che il giudice Massimo Gerace archiviasse l’inchiesta a carico di Michele Pavan, 48 anni, artigiano residente a Montegaldella in via Lampertico. I carabinieri del comando provinciale di Vicenza lo avevano denunciato per esplosioni pericolose e gli avevano sequestrato tutti i fucili e le munizioni regolarmente detenute; ora tutto gli è stato restituito, perché Pavan non aveva fatto nulla di male. Anzi. Oltre al tribunale, anche la questura e la prefettura hanno accolto in pieno le valutazioni e le richieste della difesa, con l’avv. Matteo Marcolin.
LA FUCILATA. L’episodio contestato era avvenuto la sera del 14 novembre scorso. Pavan era in casa e sapeva che il suo vicino Claudio Totti, invece, era uscito. Durante tutto l’autunno la zona di Montegaldella - come del resto quasi tutta la provincia di Vicenza - era stata molto battuta da gang di predoni, che hanno compiuto centinaia di furti nelle abitazioni. La cittadinanza aveva paura e le forze dell’ordine raccomandavano di essere vigili. Pavan si accorse di una luce che illuminava la casa della famiglia Totti, e sentì il cane del vicino abbaiare; comprese subito che c’erano i ladri in circolazione. Lui stesso, la notte prima, aveva ricevuto la sgradita visita dei soliti ignoti, che erano entrati nella sua proprietà e avevano frantumato il finestrino della sua auto, portando via quel poco che avevano trovato. Così, quando vide quelle luci e sentì abbaiare, Pavan non ci pensò due volte; prese il suo fucile ed esplose un colpo in aria, peraltro con cartucce che hanno una scarsa efficacia lesiva. Sparò una volta soltanto; la cartuccia fu trovata sull’erba. Quindi sentì del movimento (i ladri in fuga) e chiamò il 112.
DENUNCIA E SEQUESTRO. La sera stessa, secondo una serie di testimonianze, vi furono altri furti in zona, ai danni di abitazioni, fra le province di Vicenza e soprattutto della vicina Padova. I carabinieri della compagnia di Vicenza si recarono a Montegaldella, ma i ladri erano già scappati. Pavan riferì l’accaduto, e i militari gli sequestrarono tutte le armi che deteneva e anche la licenza di porto di fucile; quindi lo denunciarono. Pavan rimase senza parole: costretto a difendersi, dopo aver difeso il vicino che lo ringraziò.
INDAGINE ARCHIVIATA. La procura aveva avviato le indagini ma appena era riuscita a ricostruire nel dettaglio l’accaduto aveva chiesto l’archiviazione. «Pavan sparò non per arrecare pericolo alla vita e all’incolumità fisica altrui - scrive fra l’altro il pubblico ministero Canova -, bensì sparò in aria al solo fine di tutelare il diritto di proprietà altrui, inducendo in tal modo ad allontanarsi, senza alcun pericolo, chi si stava fraudolentemente introducendo nell’abitazione dei Totti». Pertanto, «la difesa della proprietà attuata in tal modo (e non contro l’aggressore) è stata non solo adeguata e proporzionata all’offesa in corso in quel momento, ma anche efficace, visto che ne è seguita l’immediata risoluzione». Il giudice ha accolto la richiesta; la questura ha restituito la licenza, e la prefettura ha ordinato ai carabinieri di ridare subito a Pavan le sue armi.
LEGITTIMA DIFESA. Cosa differenzia la vicenda di Pavan da quella, fra le tante, di Ermes Mattielli? L’artigiano di Montegaldella non ha sparato contro i ladri, ma in aria, per metterli in fuga. Una circostanza che mette le varie storie su piani totalmente diversi. Ciononostante, anche Pavan ha dovuto subire inchieste e sequestri, ma ha potuto dimostrare agevolmente la sua innocenza.