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Sos slot, in città spesi 172 milioni in un anno

In Veneto nel corso del 2016 sono stati giocati più di 4 miliardi e 662 milioni di euro tra slot machine e video lottery
In Veneto nel corso del 2016 sono stati giocati più di 4 miliardi e 662 milioni di euro tra slot machine e video lottery
In Veneto nel corso del 2016 sono stati giocati più di 4 miliardi e 662 milioni di euro tra slot machine e video lottery
In Veneto nel corso del 2016 sono stati giocati più di 4 miliardi e 662 milioni di euro tra slot machine e video lottery

Marco Scorzato Centosettantadue milioni di euro. Un fiume di denaro, il doppio di quello che servirà per costruire la bretella dell’Albera, un importo sette volte maggiore del costo del filobus connesso alla Tav. Un fiume di denaro che non finanzia però alcuna opera pubblica, ma che in un anno esce dalle tasche dei vicentini residenti in città per sfidare la sorte, e solo per due tipologie di gioco d’azzardo: le slot machine e le videolottery. La “febbre da slot” non accenna a scendere e nel capoluogo berico nel 2016 ha raggiunto un nuovo picco, con una spesa media pari a 1.539 euro per abitante. Numeri che collocano Vicenza tra le piazze «meno virtuose», al dodicesimo posto in Italia tra i Comuni con la spesa pro capite più alta tra quelli che hanno una popolazione fra i 50 e i 200 mila abitanti, e al settimo posto se si considerano solo quelli tra i 100 e i 200 mila abitanti. La fotografia è scattata dall’analisi condotta dal Gruppo Gedi e dal Visual Lab in collaborazione con Dataninja che ha incrociato i dati di popolazione (Istat), reddito (Mef) e raccolta gioco (Aams), secondo la quale in tutto il Vicentino sono stati spesi, lo scorso anno, 708 milioni di euro. Lo studio conteggia solo le giocate effettuate attraverso due tipologie di apparecchi: le videolottery (o Vlt), che accettano anche banconote e sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte; e le “new slot” (o Awp), che accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie. Dei 172 milioni 710 mila euro giocati nel 2016 in 882 apparecchi presenti nel capoluogo berico (pari 7,9 ogni mille abitanti), 119 milioni sono finiti nelle Vlt e gli altri 53,7 milioni nelle Awp. Le new slot sono però più numerose (713) delle Vlt (169). Lo studio analizza le giocate per ogni territorio comunale, non potendo distinguere se il giocatore risiede o meno in quel Comune dove gioca. Ma il confronto con il reddito imponibile di ogni centro dà l’idea di quanto imponente sia la mole di denaro che finisce nelle macchinette mangiasoldi. Ognuna di quelle presenti in città, nel 2016, si è divorata in media 195 mila euro. Rispetto al 2015, la spesa media è salita del 9,7%, da 1.393 euro pro capite a 1.539. Sta anche in questi numeri la piaga della ludopatia, per contrastare la quale molti Comuni e le Ulss sono scesi in campo, gli uni con ordinanze per limitare la diffusione dei punti-gioco, le altre attivando percorsi di prevenzione e recupero dalle dipendenze. Vicenza è la terza città capoluogo del Veneto per giocate per abitante: al primo posto Rovigo, con 1.933 euro; al secondo Belluno (1.728); all’ultimo Padova (552). Il Veneto è la terza regione per giocate con 4,6 miliardi, dietro a Piemonte e Lombardia. Si gioca di più al Nord che al Su, e in proporzione di più nei piccoli paesi che nei grandi centri. Eclatante il caso di Caresanablot, un migliaio di abitanti vicino a Vercelli: la giocata media è di 24.228 euro per abitante. Gli analisti avvertono che lì c’è un fenomeno di “turismo del gioco” che droga i numeri. Rimane un record. Da non invidiare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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