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Vicenza

Sos Ponte Alto,
tra segnali
divelti e rifiuti

Le enormi buche che si sono formate a lato della strada regionale 11
Le enormi buche che si sono formate a lato della strada regionale 11
Degrado a Ponte Alto (Carollo)

Da una rotatoria piena di rifiuti e cartacce ad un cavalcavia scrostato e ammuffito, dal quale piove acqua sul terreno sottostante. La seconda tappa del “viaggio nella porta ovest” della città ci porta a Ponte Alto, nella zona che per prima accoglie visitatori e turisti provenienti dall’autostrada A4, dalla Fiera o dalla strada che giunge da Verona. Un’area dove sono localizzati due dei capisaldi del degrado cittadino: l’ex concessionaria Sartori Motors e l’ex hotel Europa, strutture private abbandonate e periodicamente occupate da indigenti e sbandati. Ma anche gli spazi pubblici non scoppiano di salute.

La prima immagine è quella della grande rotatoria in mattoncini rossi. Diversi dei tombini attorno al manufatto hanno la copertura danneggiata, con gli stessi mattoni rialzati e spostati dalle rispettive sedi. Al centro del rondò, cartacce, borse di plastica e rifiuti, con la vegetazione che a poco a poco sta avvolgendo alcune transenne. Procedendo verso la città, si giunge all’altezza dello svincolo per via Vecchia Ferriera, divenuta ormai, con la concentrazione di discoteche e locali, la cittadella del popolo della notte. Un popolo che, evidentemente, non brilla per buona educazione: spartitraffico, aiuole e bordi delle strade sono punteggiati di bottiglie di birra e di vino vuote, incarti di panini, mozziconi di sigaretta. La roggia che corre lungo la via principale è una mezza discarica. All’imbocco di quella via, un segnale stradale piegato e, a pochi metri, una composizione dal significato astratto, formata da una transenna a righe bianche e rosse, un cordolo giallo con un segnale di pericolo, un cartello blu con una freccia e un sacchetto di sabbia.

Sull’altro lato della strada, all’altezza di un ex filiale di banca dove campeggiano le insegne ormai vuote, si susseguono una serie di profonde buche, non il massimo dell’estetica ma nemmeno della sicurezza stradale. «I ragazzi delle discoteche bevono - racconta una residente -, fanno confusione fino al mattino, buttano tutto per terra. La mattina troviamo bicchieri e bottiglie. Per le buche, ogni tanto facciamo delle segnalazioni: ne avevamo una profonda di fronte a casa e gli operatori di Aim sono venuti a sistemarla. Ogni tanto, poi, rompono l’asfalto, ad esempio per posare i cavi della fibra ottica, così le strade tornano ad essere dissestate».

«Qui da noi è abbastanza tranquillo, cerchiamo di tenere pulito - spiega l'edicolante della zona Emanuela Sesso -. Quelle buche sono qua da una vita, ogni tanto arrivano a mettere qualche cucchiaino di asfalto».

Poco più avanti, si arriva al cavalcavia di Ponte Alto, scrostato e segnato dall’umidità; gocce d’acqua, dopo un giorno di pioggia, cadono senza sosta sul terreno sottostante. Il pilone che regge il ponte sul lato destro, coperto da scritte vergate con la vernice spray, è circondato, senza apparente motivo, da alcuni jersey bianchi e rossi, due dei quali ribaltati.

Tutt’attorno, l’asfalto e l’erba sono cosparsi di rifiuti, mentre la scena è dominata da un cartellone pubblicitario, attualmente inutilizzato, che reca i segni dei vecchie affissioni strappate. In questo scorcio di porta ovest anche la pubblicità se n’è andata: dall’altro lato della strada altri due cartelloni orfani di manifesti sembrano occhi vuoti che osservano impotenti quello scenario.

2- continua

Matteo Carollo

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