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Sono 6 mila le case sfitte
«Ma salgono le richieste
per le ristrutturazioni»

Sono seimila gli alloggi sfitti in città, complice anche il calo demografico che interessa la popolazione
Sono seimila gli alloggi sfitti in città, complice anche il calo demografico che interessa la popolazione
Sono seimila gli alloggi sfitti in città, complice anche il calo demografico che interessa la popolazione
Sono seimila gli alloggi sfitti in città, complice anche il calo demografico che interessa la popolazione

Seimila alloggi sfitti, seimila buchi neri. È questa la contabilità stimata che riguarda le case vuote in città, risultato di due fenomeni incrociati: quello che ha le sue origini nel boom edilizio del passato, l’altro che vede la curva demografica scendere inesorabile. Dopo il focus sui palazzi di pregio che rimangono invenduti e quello sul progressivo svuotamento del centro storico e di alcuni quartieri, prosegue il viaggio nel mondo degli immobili vicentini e la parola passa all’assessore alla semplificazione Filippo Zanetti che mette a fuoco alcune ipotesi per ridurre la quota dello sfitto, soprattutto nel cuore della città.

«INVERSIONE DI TENDENZA». «Ce ne sono in centro, ma anche in periferia. A volte si tratta di interi condomini. Stimiamo in seimila gli alloggi vuoti, pubblici e privati», dice Zanetti. Oltre duecento di questi, come si ricava dai dati di agosto forniti dall’assessore al sociale Isabella Sala alla consigliera pentastellata Liliana Zaltron che aveva sollevato la questione, sono case popolari di proprietà comunale non occupate, di cui 146 vuote per lavori di sistemazione o ricadenti in piani di recupero e alienazione. «L’attuale situazione, che comunque non si discosta da altre città, è frutto di un’espansione edilizia che risale agli anni Ottanta e Novanta, quando si acquistavano case come investimento. Finché il tasso di crescita era positivo, la bolla immobiliare rendeva l’investimento molto attraente. Poi il valore delle case è sceso e l’edilizia ha puntato soltanto a soddisfare la richiesta abitativa». Ma nel frattempo sono rimaste tante “caselle” vuote. «Credo, tuttavia, che in questo momento si stia assistendo a un’inversione di tendenza - riprende -. Rispetto al passato i nostri uffici stanno ricevendo più pratiche riguardano riqualificazioni e ristrutturazioni. Non si consuma suolo nuovo, ma si rimette a posto l’esistente. È un segno positivo». Sta avvenendo nell’ex sede del Credito italiano, tra corso Fogazzaro e corso Palladio, dove nasceranno negozi e una residenza alberghiera. «Chi voglia investire in centro storico, trova le porte aperte in Comune». La stella polare è «rendere appetibile il centro», per frenare l’emorragia di residenti che in dieci anni ha portato via circa 1.100 abitanti. «Le questioni che incidono in questo fenomeno sono diverse. L’età media dei residenti in centro storico è alta, dunque è naturale vi sia una diminuzione degli abitanti per questioni naturali. C’è poi un calo demografico in atto. Per questo la residenzialità va rilanciata». Perché, prosegue l’assessore, «se questa parte della città è attraente dal punto di vista della bellezza, da quello logistico è poco pratica, a livello di servizi e posti auto. Senza contare che i prezzi degli immobili sono molto alti perché spesso si tratta di edifici di pregio».

INCENTIVI A RIMANERE. E allora che fare? «Incentivare la sosta in centro, favorire il commercio, costruire parcheggi. Attenzione, però. Ciò non significa che va bene che i negozi siano convertiti in garage, continueremo a contrastare questa pratica». «L’amministrazione poi per favorire la residenzialità ha messo in campo strumenti, come la monetizzazione dei parcheggi pertinenziali che ha permesso, e agevolato, in decine di casi il cambio di destinazione d’uso del proprio immobile in residenziale, dietro il pagamento di un contributo al Comune».

REGOLAMENTO EDILIZIO. A c’entrare con l’identità futura della città, poi, è il nuovo regolamento edilizio fermo da anni. «Saremo pronti entro fine mandato - assicura Zanetti -. Prima di iniziare la fase di approvazione dobbiamo aspettare che la Regione pubblichi le linee guida sul regolamento edilizio unico, per poterci uniformare. Vi saranno anche delle norme per aumentare la qualità architettonica degli immobili. Dove c’è qualità di costruzione, difficile ci siano case sfitte».

(3 - continua)

Laura Pilastro

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