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Il caso

Sei anni a Ghiotto
Deve un milione
al Fisco diffamato

Andrea Ghiotto, 45 anni: confermata la condanna in Appello
Andrea Ghiotto, 45 anni: confermata la condanna in Appello
Andrea Ghiotto, 45 anni: confermata la condanna in Appello
Andrea Ghiotto, 45 anni: confermata la condanna in Appello

Sei anni e quattro mesi di reclusione per bancarotta ed evasione fiscale, e una provvisionale di un milione da pagare al Fisco per danno d’immagine. La Corte d’Appello, presieduta da Pirgoli (giudici Maiolino e Bianchi) ha confermato la condanna di primo grado a Vicenza due anni fa ad Andrea Ghiotto. Il faccendiere di 45 anni, di Zermeghedo, via Puccini, ha ottenuto un minimo sconto di pena (due mesi) anche se il procuratore generale Marchiori aveva sollecitato la prescrizione per 12 dei 26 capi di imputazione. Confermate le pene ad altri due imputati, oltre ad un altro milione per Ghiotto come risarcimento della curatela della società “Arzignano Grifo srl”. Confiscato un conto corrente di 36 mila euro.

LA SENTENZA. La Corte ha ritenuto provate le accuse a Ghiotto, difeso dall’avv. Lucio Zarantonello, che aveva presentato ricorso dopo la condanna a 6 anni e mezzo. I giudici lagunari hanno confermato i 2 anni e 4 mesi per Eros Dal Ben, 64 anni, di Arzignano, via Cavour (avv. Matteo De Meo), e hanno ridotto da 2 anni a un anno e 10 mesi la pena per Luca Filippozzi, 46 e 74 anni, di Arzignano, via Cappuccini (avv. Cristina Zappia e Annalisa Cortese). Era questo uno dei tronconi principali delle inchieste della guardia di finanza vicentina sulle frodi fiscali nel mondo della concia, denominate all’epoca “Dirty leather” e “Amici per la pelle”.

I RISARCIMENTI. Confermate le statuizioni di primo grado: la curatrice fallimentare di “Arzignano Grifo srl”, Ilaria Zaltron, aveva chiesto 17 milioni di euro con l’avv. Fernando Cogolato. Si trattava del debito con Equitalia. Inoltre, chiedeva 50 mila euro di danni morali da Ghiotto. I tribunali ne hanno liquidato finora uno, rimandando ai giudici civili l’esatta quantificazione. Anche se di soldi, Ghiotto, molti non ne ha, visto tutte le grane con la giustizia che ha accumulato in questi anni, in cui ha sommato pene (non definitive) per circa 13 anni di reclusione.

L’INTERVISTA. L’Agenzia delle entrate, con l’avv. Stefano Bonora, pretendeva 2 milioni di danni d’immagine per la famosa intervista del 2010. «Tasse? Sono una parola complicata» disse Ghiotto. «Tu hai fatto l’evasore. L’evasore totale. Come ti senti?» chiedeva l’intervistatore. «Tranquillo. Dov’è il problema - rispose -? Io non ho né ammazzato, né stuprato, non ho ucciso nessuno. Ho fatto un po’ di evasione ma non lo vedo come un reato così grave», rispose in dialetto. I giudici ieri pomeriggio hanno confiscato le statue di Rabarama e altre opere d’arte (per 100 mila euro).

LE ACCUSE. Ghiotto era accusato dell’evasione fiscale con le false sponsorizzazioni della “Arzignano Grifo”, che gestiva la pubblicità del calcio a 5. La procura, sulla scorta delle indagini della Tributaria e della tenenza di Arzignano del tenente colonnello Dametto e del capitano Aloi, aveva ricostruito come Ghiotto non avesse versato 13 milioni di euro di tasse. Doveva rispondere poi della bancarotta fraudolenta di “Arzignano Grifo”: aveva fatto sparire le macchine e le fatture. Se ne riparlerà in Cassazione.

Diego Neri

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