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Vicenza

Scuole senza
docenti e con
orario ridotto

Confusione, ritardi e ricorsi contro il piano del ministero sui trasferimenti dei docenti provocheranno riduzioni dell’orario delle lezioni
Confusione, ritardi e ricorsi contro il piano del ministero sui trasferimenti dei docenti provocheranno riduzioni dell’orario delle lezioni
Confusione, ritardi e ricorsi contro il piano del ministero sui trasferimenti dei docenti provocheranno riduzioni dell’orario delle lezioni
Confusione, ritardi e ricorsi contro il piano del ministero sui trasferimenti dei docenti provocheranno riduzioni dell’orario delle lezioni

Lezioni ad orario ridotto. Il prossimo anno scolastico partirà con il piede sinistro e potrebbe costringere i dirigenti degli istituti in cui la pianta organica è incompleta a ricorrere ad una decurtazione dell’orario mattutino, almeno per le prime settimane che si annunciano caotiche per via dei ritardi nelle operazioni di reclutamento del personale. Se negli anni scorsi era il 31 agosto la scadenza per le domande di utilizzazione, di assegnazione provvisoria e per le nomine in ruolo dei docenti, quest’anno la data è scivolata in avanti di quindici giorni, fissando il termine ultimo al 15 settembre. Un posticipo dettato dal fatto che avendo il Ministero pubblicato i trasferimenti a metà agosto, i tempi per le operazioni successive sarebbero stati troppo stretti.

ORARIO RIDOTTO. A farne le spese saranno però le scuole. Dal momento che la prima campanella suonerà ovunque il 12 settembre, va da sé che gli istituti dove ci sono posti disponibili dovranno arrangiarsi mettendo mano all’organizzazione delle lezioni che come accadeva un tempo potrebbero concludersi con qualche ora di anticipo. Una strada obbligata anche perché nel frattempo non si potrà contare sugli incarichi di supplenza che vengono conferiti ogni anno una volta che tutte le altre operazioni sono state portate a termine. Di conseguenza, visto il rallentamento generale, per le supplenze occorrerà aspettare la fine di settembre. «I capi d’istituto sono preoccupati - fa notare il segretario Snals Doriano Zordan - stanno cercando di capire come far partire l’anno scolastico senza troppi disagi per studenti e famiglie. In molti casi, là dove ci sono scuole con posti scoperti, bisognerà prevedere mattinate con un’ora o due di meno. Alternative non se ne vedono, anche perché il Miur non ha risorse per autorizzare eventuali nomine fino agli aventi diritto». Sull’avvio dell’anno incombono ritardi e confusione. «Delle 32 mila nuove immissioni in ruolo non abbiamo notizia - riprende il sindacalista - il contingente dell’infanzia è stato ritirato e la sensazione è che il Ministero stia tessendo una tela di Penelope, in altre parole che ad un passo avanti ne segua uno indietro».

CENTO RECLAMI. In più a mettere i pali tra le ruote sono arrivate le di istanze di conciliazione, a Vicenza circa un centinaio, con cui dovrà fare i conti anche l’Ufficio scolastico dove si parla di «lavoro immane che richiederà molto tempo per analizzare e valutare caso per caso». Le situazioni sono le più disparate e coinvolgono insegnanti che l’algoritmo utilizzato dal Ministero ha assegnato, spesso commettendo errori di valutazione dei punteggi, a sedi inaspettate. Una docente di Bassano con posto di tedesco alle medie è stata ad esempio trasferita in provincia di Treviso dove non prenderà servizio perché intenzionata a ricorrere. «Il paradosso - conclude Zordan - è che questa legge che doveva garantire stabilità e qualità alle scuole produrrà invece contenziosi, spingerà gli insegnanti a ricorrere alle legge 104, all’aspettativa, alla malattia, alle assegnazioni provvisorie».

«IN ATTESA DI RISPOSSTA». Intanto l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, in una lettera inviata al ministro Stefani Giannini, torna a denunciare la carenza di 486 insegnanti nella pianta organica delle scuole segnalata da Regione, Anci, Upi e sindacati, e chiede spiegazioni dei casi di docenti vittime di presunti errori o astruse assegnazioni dal sistema centrale, citando «la storia di un’insegnante padovana di scuola primaria, precaria da dieci anni e madre di cinque figli, di cui uno disabile, assegnata a Latisana, in Friuli, ad oltre duecento chilometri di distanza dalla propria famiglia, nonostante un punteggio in graduatoria superiore a quello di altre colleghe risultate assegnatarie di una cattedra nella provincia di residenza». «Di fronte a questo caso e ad altri non possiamo non interrogarci sulla “bontà” del sistema adottato con la “Buona scuola”».

Anna Madron

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