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Venerdì 23 febbraio

Sciopero nazionale
degli infermieri
Servizi a rischio

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Infermieri pronti ad incrociare le braccia
Infermieri pronti ad incrociare le braccia
Infermieri pronti ad incrociare le braccia
Infermieri pronti ad incrociare le braccia

VICENZA. Ospedali e sale operatorie a rischio blocco il prossimo 23 febbraio: i sindacati degli infermieri Nursing up e Nursind hanno infatti confermato lo sciopero nazionale per l’intera giornata. Le organizzazioni sindacali mediche hanno invece deciso di sospendere la loro protesta proclamata per la stessa data. Ma anche se i camici bianchi, a seguito dell’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto, non incroceranno le braccia, il prossimo potrebbe comunque essere un "venerdì nero" per la Sanità proprio a causa dei disagi annunciati per i cittadini.

La ragione dello sciopero che medici e infermieri avevano proclamato per lo stesso giorno, il 23, sta nel mancato rinnovo del contratto medico, che coinvolge 150mila professionisti, e di quello del comparto Sanità, che invece riguarda oltre 500.000 lavoratori tra i quali gli infermieri - che rappresentano la componente più numerosa con circa 280.000 dipendenti del Servizio sanitario nazionale - e le professioni sanitarie come tecnici radiologi e di laboratorio.

 

Una manifestazione è in programma a Roma, in piazza Santi Apostoli, ma anche a Vicenza sarà presente un presidio provinciale all'ospedale San Bortolo. «Sarà un vero e proprio venerdì di passione per la sanità vicentina - spiega il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregori - in quanto l’adesione allo sciopero sta riscuotendo un’annunciata partecipazione, come mai in precedenza». Gli infermieri rivendicano condizioni di lavoro più dignitose, anche a tutela del malato, ed un contratto confacente alla complessità della propria funzione. «Scioperiamo il 23 febbraio - chiosa il segretario Gregori - per avere una Sanità migliore domani, a favore dei nostri utenti, così che non vengano più considerati dei numeri, ma delle persone bisognose di cure. Purtroppo, i disagi non saranno di poco conto, ma le condizioni attuali che vivono gli infermieri rischiano di determinare ripercussioni sull’utenza». Venerdì saranno parecchi i disagi negli ambulatori, nelle sale operatorie e nell’interventistica cardiologica e radiologica. Ed i reparti funzioneranno a livello di assistenza minima. «Questo importante sacrificio, come infermieri ed utenti - conclude il segretario Gregori - lo dobbiamo sopportare per poter avere una sanità di qualità, che non venga trasformata in un’azienda che produce salute in quantità, a scapito della qualità».

 

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