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Vicenza

Scappa in Francia
con la figlia di 5 anni
Mamma condannata

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La donna era stata costretta a rientrare in Italia dal tribunale
La donna era stata costretta a rientrare in Italia dal tribunale
La donna era stata costretta a rientrare in Italia dal tribunale
La donna era stata costretta a rientrare in Italia dal tribunale

VICENZA. Accusata di sottrazione internazionale di minorenne per avere portato sua figlia (all’epoca dei fatti di 5 anni) a vivere assieme a lei a Bordeaux in Francia, nel maggio 2013, ieri, J.L.B, 40 anni (le iniziali sono a tutela della figlia altrimenti riconoscibile) è stata condannata dal giudice Antonella Toniolo a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e a un risarcimento danni di 20 mila euro. 

Una somma che l’imputata dovrà versare all’ex marito (e papà della piccola) S.B., 42 anni, residente nella zona di Brendola, che si era costituito parte civile con l’avvocato Lucio Zarantonello. Come pena accessoria, il giudice ha poi disposto nei confronti della 40enne la sospensione della potestà genitoriale.

 

In realtà, però, la mamma, difesa dall’avvocato Francesca Bargelloni, a luglio, riporterà la piccola nuovamente in Francia a vivere con lei. Qualche giorno fa, infatti, sul caso si era espressa la Corte d’Appello pronunciandosi a favore di quanto richiesto dalla madre. Che ora ha l’affidamento congiunto della figlia (che ha da poco compiuto 10 anni). Di fatto, essendo la sospensione della potestà genitoriale una pena accessoria rispetto alla condanna principale (i cinque mesi e 10 giorni di carcere ) e attualmente sospesa; la mamma rischierebbe di perdere la piccola solo in caso la sentenza del tribunale di Vicenza emessa ieri passasse in giudicato e se dopo un anno da tale “step” l’imputata non avesse ancora versato all’ex marito i 20 mila euro a titolo di risarcimento danni. «Un’ipotesi altamente improbabile - osserva l’avvocato Bargelloni - perché l’intenzione è quella di ricorrere, se necessario, sino al giudizio della Cassazione. Specie in merito alla somma risarcitoria disposta dal giudice di primo grado».

 

La battaglia giudiziaria tra i due genitori era iniziata quando la coppia si separò e la mamma, di origine francese, nel maggio 2013, decise di portare con sé la figlia a Bordeaux impedendo così al padre di vederla. Tanto che S.B., per poter riabbracciare la piccola, si rivolse anche al ministero della Giustizia italiano e al tribunale di Bordeaux, che nel dicembre 2013 pronunciandosi con un’istanza immediatamente esecutiva ordinò a J.L.B. di ritornare subito in Italia con la bambina. Contemporaneamente scattò pure la denuncia e l’inchiesta della procura di Vicenza per sottrazione internazionale di minorenne, che portò al processo conclusosi ieri in primo grado.
 

Matteo Bernardini

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