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Ridotti 200 esami
Rabbia dei medici
«Pagano i malati»

Diventa molto più complicata anche la prescrizione per esami come le Tac. ARCHIVIO
Diventa molto più complicata anche la prescrizione per esami come le Tac. ARCHIVIO
Diventa molto più complicata anche la prescrizione per esami come le Tac. ARCHIVIO
Diventa molto più complicata anche la prescrizione per esami come le Tac. ARCHIVIO

Il cartello è pronto e nei prossimi giorni apparirà negli ambulatori di tutti i medici di base di Vicenza e della provincia. Il decreto sull'appropriatezza prescrittiva, diventato legge poco più di 2 settimane fa, che impone rigorosamente le condizioni per erogare 203 prestazioni specialistiche finora a carico del Servizio sanitario nazionale, pena una sanzione pecuniaria, fa infuriare i camici bianchi. Ecco cosa dice: «Il decreto del ministro Lorenzin del 20 gennaio riduce la possibilità di prescrivere esami da parte del vostro medico di famiglia. Anche gli esenti ticket dovranno pagare per intero e di tasca propria qualora gli esami non siano giudicati appropriati. Ci scusiamo dei disagi non dovuti alla nostra volontà. Noi continueremo a fare il nostro lavoro con attenzione, ma con sempre meno strumenti, con burocrazia asfissiante e ostacoli che dobbiamo combattere insieme per il vostro diritto alla salute e il nostro diritto di fare i medici serenamente, senza sanzioni e obblighi avvilenti».

Il poster, predisposto dalla Fimmg, la Federazione dei medici di base, è la spia del malessere che investe la categoria, e di una protesta massiccia che si alza in tutto il Vicentino contro un decreto che limita sensibilmente la possibilità di prescrivere una serie di prestazioni fino ad oggi considerati di routine. In altre parole, se visite ed esami dell'elenco delle 203 prestazioni non rientrano nelle condizioni stabilite dai burocrati ministeriali, il paziente dovrà pagarne il costo totale al di là del vecchio ticket, e i medici che non rispetteranno le regole verranno pesantemente sanzionati con la riduzione del trattamento economico accessorio.

Per questo, la ribellione della Fimmg, e questo tazebao polemico ad uso degli assistiti che così conclude: «Il decreto introduce criteri cervellotici per la prescrizione di esami di laboratorio, tac, risonanze e scintigrafie. Molte prescrizioni sono affidate al collega specialista che le deve prescrivere sul ricettario regionale. Noi non possiamo più farlo. Voi immaginate facilmente come si allungheranno sia le code in questo studio che le liste di attesa, il ministro Lorenzin no». Insomma, esplode l'ira dei medici di famiglia, i più esposti, come primo filtro della sanità sul territorio. Solo alcuni esempi. Delle prestazioni odontoiatriche potranno usufruire bambini e ragazzi sotto i 14 anni o persone in condizioni di vulnerabilità sanitaria e sociale. Per prescrivere una tac il medico dovrà valutare sospetto tumorale, patologia oncologica, complicazioni ossee post-chirurgiche.

Per una risonanza magnetica nucleare la ricetta potrà essere fatta se ci sia anche il sospetto di un'infezione e si aggiungano complicazioni post-traumatiche, ma lo stesso esame, se il dolore non dura da almeno 4 settimane, non è prescrivibile. Per colesterolo e trigliceridi, l'esame è consentito dai 40 anni in su e se ci siano malattie cardiovascolari o fattori di rischio, ma in assenza di valori elevati, l'esame si potrà ripetere solo dopo 5 anni.

I medici sono scettici pure sul concetto di “sospetto oncologico” che, a detta degli estensori del decreto, dovrebbe scattare quando ci siano, fra l'altro “anamnesi positiva, perdita di peso, età sopra i 50 e sotto i 18, dolore che si aggrava progressivamente”, ma che sembra generico sotto vari aspetti. Il presidente dell'ordine dei medici Michele Valente ha, quindi, preparato un modello che ogni camice bianco potrà spedire al dg perché nei casi dubbi sia l'Ulss a prendersi la responsabilità di decidere sulla prescrivibilità. Insomma se non è il caos poco ci manca, e a rimetterci è sempre il cittadino, il paziente, la famiglia.

Franco Pepe

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