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Vicenza

Ricetta sicurezza
«Più telecamere
e 10 nuovi agenti»

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Il candidato sindaco di centrodestra Francesco  Rucco con Elisabetta Gardini e Matteo Tosetto. COLORFOTO
Il candidato sindaco di centrodestra Francesco Rucco con Elisabetta Gardini e Matteo Tosetto. COLORFOTO
Intervista a Elisabetta Gardini

VICENZA. Videosorveglianza, ordinanze anti accattoni, uffici di polizia locale decentrati, assunzione di nuovi vigili e introduzione, tra questi, della prima unità cinofila vicentina. «Il nostro modello è quello padovano, in pochi mesi di guida di centro destra la città ha cambiato faccia e questo potrà succedere anche a Vicenza». L’ospite più attesa, all’ora di un caffè che dopo la bufera su alcuni candidati della coalizione di centrodestra rischiava di essere molto amaro, è Elisabetta Gardini, capolista di Forza Italia alle amministrative e ieri in città per la prima tappa del tour che il partito, fino al prossimo 10 giugno, affronterà nei diversi quartieri. È l’europarlamentare padovana, assieme al coordinatore cittadino Matteo Tosetto, a cercare di riportare la dialettica politica sui temi e nei toni moderati che sono la cifra e la forza di FI, scegliendo, per farlo, il bar Smeraldo, estremo polo di Campo Marzo e luogo emblematico per calare sul tavolo gli assi in materia di sicurezza. Accanto al candidato sindaco Francesco Rucco Gardini e Tosetto hanno rispolverato cavalli di battaglia quali potenziamento delle telecamere, apertura di uffici di polizia in ognuna delle ex circoscrizioni, lotta al degrado, dai professionisti dell’elemosina ai parcheggiatori abusivi e ripristino dei custodi nei parchi cittadini. La “cura” dei forzisti si conferma essere quella sperimentata nelle altre grandi città già amministrate, vedi Padova (ma anche Venezia, con Luigi Brugnaro), alla quale, ribadisce Gardini, «il centro destra era riuscito a dare un aspetto europeo attraverso la naturale bonifica dei luoghi pubblici restituiti alle attività produttive, alle famiglie, agli studenti». «Non come l’attuale amministrazione, che ha in Campo Marzo il simbolo del suo fallimento».  

Giulia Armeni

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