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Vicenza

Raggira invalido
e si tiene
mezzo milione

La vittima è un pensionato vicentino di 82 anni. ARCHIVIO
La vittima è un pensionato vicentino di 82 anni. ARCHIVIO
La vittima è un pensionato vicentino di 82 anni. ARCHIVIO
La vittima è un pensionato vicentino di 82 anni. ARCHIVIO

Gli sarebbe diventato amico, un po’ alla volta, e altrettanto lentamente lo avrebbe convinto a investire i suoi soldi in grandi “affari”, a cedergli casa sua per non pagare le imposte, a intestargli una macchina nuova. Nel giro di tre anni, gli avrebbe fatto sparire l’equivalente di quasi mezzo milione di euro. È l’ipotesi della procura, che sta indagando su un padovano accusato di circonvenzione di incapace ai danni di un pensionato vicentino, disabile psichico. A far scattare le indagini la denuncia dei tre nipoti dell’anziano.

L’AMICIZIA. Giorgio Pianalto, 58 anni, di Padova, in base a quanto è stato ricostruito dalla polizia giudiziaria, aveva conosciuto il pensionato, residente a Vicenza, nell’autunno del 2012. All’epoca l’anziano, rimasto vedovo da qualche anno (senza figli), stava attraversando un periodo di difficoltà. Pur essendo autosufficiente, aveva deciso per via di alcuni screzi di non frequentare più il centro anziani e la parrocchia dove era solito passare alcune ore al giorno per distrarsi; e soffriva la solitudine. Aveva incontrato Pianalto - che frequentava Vicenza per questioni di lavoro - nell’ambulatorio di un veterinario. Erano diventati amici, grazie alla passione comune per i cani, ed avevano iniziato a telefonarsi e a frequentarsi.

LA MALATTIA. A dire dei parenti, risalgono a quel periodo i primi sintomi della demenza senile che ha colpito il pensionato, alla soglia degli 80 anni. Fino ad allora era stato sempre autosufficiente, ed aveva amministrato con oculatezza il suo ingente patrimonio. Poi, a sentire i nipoti, che lo andavano a trovare con cadenza settimanale, aveva iniziato ad incontrare le prime difficoltà a gestirsi da solo nelle incombenze quotidiane, ma aveva sempre rifiutato l’ausilio di badanti o servizi sociali. «Mi arrangio ancora», ripeteva.

LE ACCUSE. In realtà, sarebbe stato Pianalto ad aiutarlo, ma senza mai presentarsi nè ai vicini nè ai parenti, almeno fino a quando non si era sistemato un letto nella villetta del pensionato. Lo aveva accompagnato in ferie al mare, lo portava dal medico e a fare la spesa. Nel frattempo la malattia progrediva. «Purtroppo non abbiamo compreso subito quello che stava accadendo allo zio - hanno spiegato i nipoti -, anche perché in quel periodo seguivamo nostra madre, gravemente malata. Il comportamento illecito dell’“amico” l’abbiamo scoperto solo dopo anni». Pianalto, secondo i parenti dell’anziano, avrebbe distratto gran parte dei suoi beni e dei suoi risparmi.

CASA, AUTO, SOLDI. Il padovano sarebbe riuscito a farsi firmare un documento, in base al quale quando l’anziano sarebbe stato costretto a ritirarsi in casa di riposo gli avrebbe lasciato a titolo gratuito la sua casa. E inoltre si sarebbe fatto comprare una vettura. Ancora, avrebbe dirottato, con la scusa degli investimenti, quasi tutti i risparmi del vicentino in un suo conto corrente, provvedendo anche a svuotarlo progressivamente. In tutto, il danno stimato è di almeno 450-500 mila euro. Secondo i nipoti, tutti i documenti firmati dallo zio sarebbero da invalidare, perchè a detta di uno specialista che solo di recente lo ha preso in cura fra il 2014 e il 2015 il pensionato non era già più in grado di intendere e di volere. Dal suo medico di base, a partire dal gennaio 2014, Pianalto non lo aveva più accompagnato. «Sono solo cattiverie, i nipoti sono interessati all’eredità e non alla salute dello zio - sostiene Pianalto -. Chi lo ha seguito e curato sono stato io».

Diego Neri

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