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LA STORIA

Radio Vicenza
Da Asiago alla città
40 anni di storia

Roberto Bonaldi durante una diretta con Diego Dalla PalmaIl capitano John Bradley in studio
Roberto Bonaldi durante una diretta con Diego Dalla PalmaIl capitano John Bradley in studio
Roberto Bonaldi durante una diretta con Diego Dalla PalmaIl capitano John Bradley in studio
Roberto Bonaldi durante una diretta con Diego Dalla PalmaIl capitano John Bradley in studio

Dal salotto di casa, raggiungendo gli ascoltatori nel raggio di un centinaio di metri (come raccontiamo nell’articolo qui a fianco), fino a migliaia di utenti in tutto il mondo grazie a internet e alla tecnologia digitale. La storia di Radio Vicenza rappresenta quella di molte emittenti libere, nate negli anni Settanta sfruttando un sostanziale vuoto legislativo, e diventate una realtà quotidiana per moltissime persone.

Nell’attuale sede di viale del Lavoro, racconta il direttore Francesco Brasco, sono in mostra i vecchi registratori professionali e bobina, insieme ai vinili, alle musicassette e ai giradischi. Testimonianze di un’avventura nata il 6 dicembre 1976: allora la testata venne registrata come “Rta - Radio trasmissioni Asiago, giornale quotidiano radiodiffuso indipendente”, perché ad Asiago era la casa dei pionieri dell’etere. La copertura provinciale risale al 2004, anno in cui la radio divenne Rva - Radio Vicenza Asiago; nel 2007 l’ultimo passaggio quando, dopo la chiusura di radio con lo stesso nome, l’emittente diventa Radio Vicenza. «Non abbiamo ancora la copertura dell’intero territorio provinciale - aggiunge Brasco - Ci manca ancora parte del Basso Vicentino, è un obiettivo a cui stiamo lavorando per il 2018». Intanto, però, c’è chi ascolta Radio Vicenza dal Nord del Brasile, dalla città di Toronto, dall’Australia, là dove ci sono le più numerose e attive comunità di vicentini e dei loro discendenti. Per loro la radio, ascoltata grazie a internet, è un modo per tenersi in collegamento costante con la terra d’origine. Grazie ai social network poi riescono a interagire con la redazione, non è raro che arrivino saluti e messaggi in “taliàn”.

Non solo. Internet ha dotato Radio Vicenza di immagini, dando un volto alle voci che si alternano ai microfoni. Un valore aggiunto, perché in realtà la radio, come peraltro tutte le emittenti, sembra non conoscere crisi. «A incentivare l’ascolto, e la crescita della pubblicità - continua il direttore Brasco - sono i contenuti. Diffondiamo ogni giorno 90 minuti di informazione autoprodotta, e ne andiamo orgogliosi. Anzi, qualcuno ci sta prendendo a modello. Il nostro progetto editoriale si fonda sul racconto delle realtà locali, per far parlare le persone che vivono, studiano e lavorano sul territorio. Teniamo molto alle dirette in esterna, che corrispondono spesso a picchi di ascolto». Nel palinsesto c’è molto altro, sotto la direzione generale di Ivano Varo e di Ivano Visonà Dalla Pozza per la parte artistica. Non resta che citare i predecessori di Brasco: Mario Stefani, Paolo Finco, Stefania Longhini e Dennis Dellai, ciascuno dei quali ha contribuito alla crescita del “giornale radiodiffuso”.

Gianmaria Pitton

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