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Vicenza

«Quei cani mi hanno
rovinato la vita»
Ma sono innocenti

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Esemplari di rottweiler, oggetto della contesa giudiziaria. ARCHIVIO
Esemplari di rottweiler, oggetto della contesa giudiziaria. ARCHIVIO
Esemplari di rottweiler, oggetto della contesa giudiziaria. ARCHIVIO
Esemplari di rottweiler, oggetto della contesa giudiziaria. ARCHIVIO

Diego Neri

Due anni di processo, una quindicina di testimoni e una mezza dozzina di udienze per i latrati dei rottweiler. «Quei cani mi hanno rovinato la vita», si lamentava il vicino di casa, presunta vittima dell’abbaiare continuo, che spiegava di essere stato costretto a farsi curare e chiedeva 200 mila euro di danni. Ma ieri pomeriggio il giudice Pachera ha accolto la richiesta del pubblico ministero onorario Giovagnoni, oltre che della difesa con gli avv. Stefano Peron e Alessia Facco, ed ha assolto perchè il fatto non sussiste Nicola Cuomo, 52 anni, di Grumolo delle Abbadesse. Per l’imputato, imprenditore nel settore della ristorazione, è la fine di un incubo dopo che si era opposto ad un decreto penale da 10 mila euro. Per lo scrittore Giuseppe Ausilio Bertoli, suo vicino di casa, parte civile con l’avv. Stefania De Meo, è invece una sentenza ingiusta.

Motivo del contendere quello che da Bertoli è ritenuto un allevamento di rottweiler, con le gabbie situate al confine tra le due proprietà; una situazione che si trascina da anni e diventata «insostenibile per il rumore», sosteneva. «Quei cani mi hanno reso impossibile riposare e dedicarmi alla mia attività di scrittore», lamentava Bertoli, che vanta alcune pubblicazioni. «Abbaiano di giorno e di notte, e per me non è possibile condurre una vita normale».

Cuomo era accusato di disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone, e si è sempre difeso con forza dalle accuse. Negli anni scorsi, si erano susseguiti numerosi sopralluoghi compiuti dalle autorità competenti - in particolare dagli agenti del consorzio di polizia locale di Torri di Quartesolo ma anche dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria - che avevano scritto poi in procura. Su indicazione del magistrato, erano state compiute verifiche mirate sulle strutture, fra cui il campo di addestramento dotato di quattro fari a stelo per l’illuminazione, oltre alle autorizzazioni per l’allevamento (quella dell’Ulss e quella amministrativa come è previsto dal regolamento comunale). «Sono un allevatore amatoriale e non ho mai superato i parametri», ha sempre precisato Cuomo, che fra l’altro è delegato regionale del Rottweiler Club Italiano. Concetti ribaditi anche sul proprio sito internet.

Ma il vicino accusava Cuomo per il disturbo, ed era solo l’ultima delle contestazioni, dopo averlo denunciato anche per abuso edilizio, dopo che il ristoratore aveva costruito delle barriere antirumore per mantenere rapporti di buon vicinato. Anche in quel caso Cuomo era stato assolto.

«I vari sopralluoghi non hanno consentito di rilevare alcun rumore», sottolineava l’avv. Peron. Non era di questo avviso Bertoli, che lamentava il «grande disturbo arrecato dai cani con il loro abbaiare», costringendolo a prendere diversi provvedimenti (piantata una folta siepe, murate due finestre, cambiati i telai delle finestre che si affacciano sul confine) e a ricorrere all’assunzione giornaliera di farmaci. Ma Cuomo non ha commesso, neanche in questo caso, nessun reato. «Ho sempre agito nel rispetto delle regole, e quest’ennesima sentenza lo dimostra».

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