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Vicenza

Quartieri a rischio
Altolà ai nomadi
«Vietati i camper»

Il sindaco ha firmato l'ordinanza anti-bivacco
Il sindaco ha firmato l'ordinanza anti-bivacco
Il sindaco ha firmato l'ordinanza anti-bivacco
Il sindaco ha firmato l'ordinanza anti-bivacco

VICENZA. Quarta ordinanza anti-nomadi, che estende il divieto di bivacco ai Ferrovieri, a Laghetto, a Saviabona, Anconetta e via Ragazzi del ’99. Il provvedimento è stato firmato ieri dal sindaco Achille Variati e sarà in vigore dal momento della notifica agli interessati. In altre parole, i nomadi che non hanno ricevuto in mano l’ordinanza ieri, la riceveranno in queste ore. Durissimo il commento del sindaco a margine della firma: «Questi se ne devono andare dalla città». “Questi”, spiega l’inquilino di palazzo Trissino, sono i nuclei nomadi che non hanno la residenza, seppur fittizia, nel capoluogo berico, «e che oggi rappresentano la maggioranza».

IL PROVVEDIMENTO. Per arrivare a comprendere le parole del sindaco bisogna partire dai destinatari del provvedimento. Secondo i dati della polizia locale gli interessati sono circa 35 persone, che da tempo sostano nelle strade e nelle vie comprese nell’ordinanza. Una minima parte di queste ha la così detta residenza fittizia in città. Il resto è giunto a Vicenza da altri angoli del Paese, alcuni dall’estero. Proprio in ragione di queste caratteristiche, ossia che non si tratta di un gruppo omogeneo sotto il profilo della residenza o della provenienza «non è possibile predisporre un’unica ordinanza simile che abbracci tutto il territorio comunale - spiega l’assessore alla Sicurezza Dario Rotondi -. E questo perché allontanare dalla città chi qui ha la residenza non è un provvedimento né semplice né immediato». Le parole di Rotondi entrano così nel merito dell’ordinanza, che prevede, in caso di violazione, una sanzione penale e l’allontanamento coatto. La sanzione penale, spiegano gli addetti ai lavori, fa riferimento all’articolo 650 del codice penale. Insomma, non si scherza più. «Come le ordinanze precedenti - osserva Variati - anche questo è un provvedimento severo».

LA SEVERITÀ. Al netto degli articoli di legge e del dato politico del provvedimento, Variati giustifica il pugno di ferro con parole che traducono l’idea di quanto la misura sia colma. «Queste persone non solo bivaccano, lasciano i luoghi dove sostano in condizioni igieniche precari, soprattutto aumentano con alcuni loro comportamenti la percezione di insicurezza dei cittadini», dice. Non solo. «La maggioranza di loro non sono residenti, tanti sono stranieri, e sono arrivati in città recentemente. Ecco, questi se ne devono andare». E siccome a parlar chiaro non si sbaglia mai, il sindaco, a sottolineare il concetto, dice: «L’Italia è un territorio grande, esteso. E poi c’è anche l’Europa, non dimentichiamolo. E poi ci sono altri Paesi: la Serbia e la Bosnia, per esempio. Tornino da dove sono venuti, ma non restino qui». Il tono di voce di Variati è bonario, ma la gentilezza si ferma qui. Anche perché «per i nomadi la città ha già fatto e sta facendo molto».

L’EFFICACIA. Sono in tanti ad essere convinti che la strada intrapresa dall’amministrazione sia l’unica giuridicamente praticabile. E pazienza per la tempistica, che spesso i residenti giudicano troppo lunga. Perché, ed è il cardine dell’efficacia del provvedimento, «a monte serve una documentazione istruttoria che la difenda. Altrimenti, con un ricorso al Tar, i destinatari del provvedimento vincerebbero a occhi chiusi», osserva l’assessore Rotondi. L’efficacia si misura anche in un’altra maniera. A quanto emerge dal Comando di contra’ Soccorso Soccorsetto, «non ci sono state violazioni alle ultime tre ordinanze». Il provvedimento firmato ieri dal sindaco arriva a conclusione di un lavoro a tappeto da parte della polizia locale. Nelle aree interessate, dal 14 marzo a oggi, sono stati eseguiti 491 controlli, 312 quelli positivi.

Federico Murzio

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