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Vicenza

Punta del trapano
perfora l'occhio
Medici lo salvano

Il paziente, un elettricista di 42 anni, si era ferito al lavoro
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’occhio ferito riacquisterà del tutto la funzionalità
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’occhio ferito riacquisterà del tutto la funzionalità
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’occhio ferito riacquisterà del tutto la funzionalità
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’occhio ferito riacquisterà del tutto la funzionalità

VICENZA. La punta di un trapano elettrico gli devasta un occhio. Uno straordinario intervento in condizioni estreme del primario di oculistica Roberto Cian glielo salva. La drammatica disavventura è occorsa a un elettricista di 42 anni di Santorso. Martedì pomeriggio l’uomo, che lavora in un’azienda di impianti elettrici di Santorso, si reca assieme a un collega a Brogliano. I due devono effettuare una manutenzione. Il compagno di lavoro comincia ad azionare un trapano, mentre lui lo assiste facendo luce con una lampada portatile. Come hanno fatto in tante altre occasioni. Solo che questa volta ci si mette di mezzo il destino. È un attimo.

Per cause ancora da accertare, un movimento irregolare, un malfunzionamento dell’utensile, la punta roteante del trapano si sgancia e finisce dentro l’occhio del malcapitato elettricista di supporto con la lampada in mano. Come una scheggia impazzita. La punta metallica penetra nell’orbita con la violenza di un proiettile. La scheggia, piuttosto consistente, quasi 1 centimetro di altezza e di diametro, taglia in pezzi la cornea, spappola il cristallino, sfonda la retina e finisce nella zona più bassa dell’occhio. Il compagno chiede soccorsi. L’elettricista viene trasportato sotto shock al pronto soccorso. Il trauma è gravissimo. L’oculista che lo visita nell’ambulatorio dell’ospedale dell’Ulss, una dottoressa, sembrerebbe non dare molte prospettive. L’occhio è una fessura insanguinata. In effetti sembra perduto. Con speranze ridotte a zero. I tessuti interni paiono sbriciolati. Insomma l’unica possibilità sarebbe quella più drastica di togliere l’occhio.

Momenti di paura e di tensione per l’elettricista, per la moglie accorsa in ospedale. Viene interpellato il titolare della ditta. Qualcuno chiama Vicenza. Insomma, dopo qualche minuto, i familiari informano i medici che lo hanno in cura (di un’altra Ulss) che intendono trasferire il congiunto al San Bortolo. E così avviene. A Vicenza l’uomo viene accolto dall’oculista di turno, il dott. Pietro Viola, che medica il paziente, lo stabilizza, lo sottopone a tutti gli esami strumentali necessari, e informa il primario Cian. Mercoledì mattina lo sfortunato elettricista viene portato in sala operatoria e inizia un lungo e complesso intervento che dura 2 ore e mezza. L’uomo accusa quella che, nel linguaggio medico, viene chiamata sindrome traumatica del segmento posteriore. Una specie di ciclone che si abbatte sull’occhio con danni a catena a causa delle violente sollecitazioni trasmesse. Il nervo ottico subisce una torsione lungo il suo asse, il bulbo oculare ed il sistema vascolare sono scossi come un edificio da un sisma ad alta intensità, e le arterie ciliari posteriori implodono nel loro tragitto attraverso la sclera. Ora occorre cercare di ricostruire l’anatomia dell’occhio ma anche tentare di attivarne la funzionalità. Un intervento ardito, che ha del miracoloso. Opera il dott. Cian, assistito da Viola. C’è ancora da individuare il punto esatto dove la scheggia è andata a conficcarsi. L’occhio è come un pallone sgonfiato e non è semplice andare a pescare il corpo estraneo. Per prima cosa la cavità interna viene ripulita dai grumi. Quindi, Cian, con abilità non comune, attacca la retina sventrata con olio di silicone. Poi, inserisce un cristallino artificiale diaframmato per separare le due camere oculari. Infine, una lunga e paziente opera di sutura per ridare forma a tessuti e membrane ridotti a una poltiglia. La cosa più difficile recuperare la scheggia incastonata nei meandri più nascosti dell’occhio. Impossibile estrarla direttamente. Cian deve ricorrere a una calamita per attirarla in superficie e, a questo punto, Viola la tira fuori con una pinza.

Franco Pepe

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