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Vicenza

Prostitute
in zona rossa,
arriva il Daspo

Nella notte tra venerdì e sabato poco prima dell’una si contavano venti prostitute nella zona vietata
Nella notte tra venerdì e sabato poco prima dell’una si contavano venti prostitute nella zona vietata
Nella notte tra venerdì e sabato poco prima dell’una si contavano venti prostitute nella zona vietata
Nella notte tra venerdì e sabato poco prima dell’una si contavano venti prostitute nella zona vietata

Venti a quattro. Non è il risultato improbabile di una sfida di pallone ma la fotografia notturna di quanto accade sulle strade di Vicenza poco prima dell’una di notte. Venti sono le prostitute che si trovano tra viale San Lazzaro e corso San Felice. Quattro sono quelle che stazionano in viale della Scienza. Un risultato sballato. Perché, secondo i regolamenti, dovrebbe accadere l’inverso. Tuttavia quell’area a luci rosse della prostituzione legalizzata disegnata dal Comune in zona industriale quasi tre anni fa non sembra sortire gli effetti desiderati. E a parlare sono i numeri. Per smentirli, però, l’amministrazione si prepara a sfoderare l’ultima carta in tema di sicurezza: il Daspo urbano. Vale a dire il divieto di frequentare alcune strade, parchi o quartieri della città.

LA DIAPOSITIVA. La cronaca di una serata lungo l’arteria del sesso comincia da Ponte Alto. Dove, va detto, non c’è anima viva. Mancano dieci minuti all’una di notte. La polizia locale da poco più di mezzora ha effettuato uno dei tanti sopralluoghi della settimana. E come i topi con i gatti anche i marciapiedi cominciano a popolarsi quando le sirene si spengono e le pattuglie se ne vanno. All’altezza dell’ex Sartori Motors ancora nessuna presenza. Bisogna proseguire verso il centro per trovare “traffico”. Non solo lungo le strade, dove diversi automobilisti evidentemente a caccia di piacere procedono a rilento, ma anche ai lati della carreggiata. Una, due, tre, quattro; fino all’intersezione con via Rossini si contano sei ragazze in minigonna e canottiera. Ma è da viale Verona in giù che i numeri salgono. In mille metri si vedono 14 prostitute. Una ogni 70 metri. La media è matematica e quindi puramente indicativa ma il fatto che le prostitute si siano spostate ancora di più verso il centro è significativo. Anche perché, secondo le intenzioni, sarebbero dovute finire dalla parte opposta. Ma lì, tra Fiera, discoteche e industrie alla stessa ora ci sono solamente quattro ragazze. Più che zona a luci rosse zona dimenticata (dalle prostitute).

I CONTROLLI. Intendiamoci, i requisti per registrare una situazione simile c’erano tutti. Il venerdì sera, l’estate entrata ufficialmente nel vivo e soprattutto l’ora. «Perché - afferma l’assessore alla sicurezza Dario Rotondi - a mezzanotte i numeri erano molto diversi. Ce n’erano 11 nell’asse di viale San Lazzaro e nove in zona industriale». E il motivo è presto detto: «Quando finisce il turno della polizia locale - continua - i marciapiedi tornano a popolarsi». Prima c’è chi resta in casa o addirittura si nasconde nei parcheggi dei ristoranti o delle attività della zona, in attesa che quelle sirene blu proseguano oltre. «Le forze dell’ordine giustamente sono impegnate in altri servizi - aggiunge Rotondi - e quindi quando si allentano i controlli il fenomeno si acuisce». Non è un caso, infatti, che dopo il pattugliamento di mezzanotte dei vigili siano arrivate in gruppo dieci ragazze africane.

IL DASPO URBANO. Come fare dunque per risolvere la situazione? L’ultima carta pronta ad essere calata sul tavolo si chiama “Daspo urbano”. È lo strumento che il ministro dell’Interno Angelino Alfano intende concedere ai sindaci per aumentare i loro poteri. Si tratta in sostanza di poter vietare a presunti responsabili di reato con forte impatto sociale di frequentare determinate zone, locali, scuole, parchi, strade della città per un massimo di cinque anni. Chi sgarra finisce in carcere. Nel mirino ci sono spacciatori ma anche prostitute. Il sindaco, ad esempio, potrebbe proibire alle ragazze di frequentare i marciapiedi di viale San Lazzaro, viale Verona e corso San Felice. E in caso di violazione scatterebbe il carcere. In attesa che il piano del Viminale trovi il via libera (dovrebbe arrivare a giorni tramite decreto legge), il Comune ha già iniziato a muovere i passi in questa direzione. «In effetti - conferma Rotondi - potrebbe aiutare e per questo lo prenderemo in considerazione non appena ci sarà il provvedimento ufficiale».

L’ALLONTANAMENTO. L’assessore alla sicurezza, però, guarda alla radice del fenomeno: «Non sono sicuro che riusciremo a risolvere tutti i problemi con il Daspo urbano - conclude - perché c’è il rischio che non venga rispettato. A mio avviso bisogna cambiare le norme e allontanare chi sgarra. La libera circolazione in Europa si può applicare solo ai lavoratori veri. E le prostitute non lo sono».

Nicola Negrin

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