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Vicenza

Prostitute al lavoro
quando i vigili
finiscono il turno

Sono state 531 le sanzioni complessive elevate in città nel corso del 2015 a prostitute e clienti. ARCHIVIO
Sono state 531 le sanzioni complessive elevate in città nel corso del 2015 a prostitute e clienti. ARCHIVIO
Sono state 531 le sanzioni complessive elevate in città nel corso del 2015 a prostitute e clienti. ARCHIVIO
Sono state 531 le sanzioni complessive elevate in città nel corso del 2015 a prostitute e clienti. ARCHIVIO

Se i tempi si fanno difficili, tra divieti, controlli e cartelloni luminosi avvisa-clienti, ecco pronte le alternative. Come la migrazione verso la zona industriale e l’adozione di nuovi orari di “servizio”. È questa la tendenza che si sta osservando sulle strade cittadine in materia di prostituzione, come spiega l’assessore alla sicurezza Dario Rotondi. Gli effetti si vedono anche sul numero di sanzioni, passate dalle 1229 del 2014 alle 531 del 2015.

«Le cause della riduzione dei verbali sono varie - spiega Rotondi - intanto il fenomeno della prostituzione è diminuito considerevolmente, quindi durante un servizio di controllo si fanno meno sanzioni, perché ci sono meno ragazze in strada. Poi per ragioni operative e di sicurezza del personale abbiamo deciso di impiegare due pattuglie della polizia locale per un unico servizio, riducendone però il numero visto che il personale è sempre lo stesso. Inoltre, dati i controlli, molte ragazze si presentano in strada più tardi. Arrivano gradualmente, ma la concentrazione più alta si registra verso le 23 e non più verso le 21. I controlli iniziano prima ma cessano alle 24. Questo slittamento di orario è comunque un risultato, perché si presume che a quell’ora i bambini siano a letto. Ovviamente l’obiettivo è che non ci siano proprio, ma ci stiamo lavorando».

Tra il dato delle multe del 2014 e del 2015 c’è però una costante, ossia il numero di clienti sanzionati: 56 all’anno. «Fare una contravvenzione ai clienti è molto più difficile - chiarisce Rotondi - perché bisogna prenderli nel momento in cui stanno caricando la ragazza in auto. Questi 56 verbali pesano però più degli altri, perché le prostitute non pagano, mentre i clienti sì. E poi dissuadere chi frequenta le ragazze, aiuta ad allontanarle; tra l’altro stiamo già assistendo a una migrazione verso la zona industriale».

L’assessore cerca il bicchiere mezzo pieno. «La metà dei frequentatori arriva da fuori provincia e spesso non sa dei controlli, mentre le prostitute che sono rimaste abitano in zona e quindi trovano comodo incontrare i clienti in strada e portarli a casa. Diciamo dunque che quello che è rimasto è lo zoccolo duro e per questo non possiamo mollare. Se le norme fossero più stringenti, poi, avremmo risultati più immediati. La libertà di circolazione dei lavoratori in Europa dovrebbe valere solo per i regolari e quindi queste ragazze dovrebbero tornare nei loro Paesi».

Alessia Zorzan

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