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Progetto Tav, prove di filobus a impatto zero

Uno dei bus elettrici che l’assessore alla mobilità Antonio Dalla Pozza è andato a testare a Strasburgo
Uno dei bus elettrici che l’assessore alla mobilità Antonio Dalla Pozza è andato a testare a Strasburgo
Uno dei bus elettrici che l’assessore alla mobilità Antonio Dalla Pozza è andato a testare a Strasburgo
Uno dei bus elettrici che l’assessore alla mobilità Antonio Dalla Pozza è andato a testare a Strasburgo

Prima a Bologna, poi a Strasburgo, a breve anche a Ginevra. In giro per l’Italia e l’Europa ad approfondire e prendere appunti, in vista di una scelta che cambierà il volto della mobilità a Vicenza. La materia da studiare è l’opera complementare al progetto dell’Alta velocità che prenderà forma in un mezzo elettrico chiamato a percorrere, per il 70 per cento in sede propria, il tragitto tra la Fiera e viale Serenissima. Un filobus? Un autobus con una linea aerea di alimentazione solo all’inizio e alla fine della tratta? «La soluzione ottimale per la città ancora non è stata definita», spiega l’assessore alla mobilità Antonio Dalla Pozza che con i tecnici comunali ha dato il via alla fase della formazione in vista del progetto che doterà la città di un mezzo di trasporto rapido di massa di ultima generazione e a impatto zero. Sia dal punto di vista dell’emissione di inquinanti, sia da quello estetico. Perché una cosa è certa: il veicolo non dovrà interferire visivamente con la bellezza di monumenti e con lo skyline del cuore della città.

IL TOUR. L’ultimo viaggio dell’assessore ha avuto per meta Strasburgo, dove ha sede una delle principali aziende che producono mezzi di trasporto elettrici. Ancora presto per tracciare un identikit dell’opera che verrà. «Le alternative sono un mezzo dotato di fili, un bus su gomma e senza cavi con punti di ricarica al capolinea e in alcune fermate. Oppure è possibile anche una soluzione intermedia, che preveda un filobus con cavi aerei solo nei tratti iniziale e finale del percorso». Una scelta dettata dalla volontà di non interferire dal punto di vista estetico con il centro storico. La presenza della cosiddetta “catenaria” «comporterebbe il montaggio di tiranti da casa a casa. Ne conseguirebbero disagi per i residenti». E il tram, sul modello di Padova? «L’abbiamo escluso sin dall’inizio perché viaggiando su rotaia comporterebbe un cambiamento infrastrutturale di portata notevole e costerebbe tre volte tanto».

LE VALUTAZIONI. Quanto alle caratteristiche, l’opera per il momento viaggia sul terreno delle ipotesi. Da valutare sia il numero di veicoli necessari («16 o 18»), sia la loro dimensione («dal classico 12 metri ai 18»), sia la posizione delle aperture («probabile servano su entrambi i lati»). Ma il percorso di avvicinamento al progetto ha già alcune tappe certe: «Vogliamo razionalizzare la presenza delle fermate sugli 11 chilometri di percorso. Dagli attuali 350, la distanza tra una e l’altra potrebbe attestarsi sui 400 metri». Soluzioni per nulla marginali dal momento che anche da questo dipenderà il conto finale che potrebbe andare dai 60 agli 80 milioni di euro. L’opera fa parte della partita dell’Alta velocità, di cui per la fine di agosto o l’inizio di settembre si attende il progetto preliminare. Intanto continua la fase di “formazione”, per imparare da chi ci ha preceduti, come Zurigo, Parigi o Ginevra. «Certo è - conclude Dalla Pozza - che il progetto sta riscuotendo enorme interesse. Lunedì sono atteso in commissione congiunta Ambiente e industria al Senato per parlare di mobilità sostenibile».

Laura Pilastro

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