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Vicenza

Profughi e caos
«Vogliamo avere
la casa in centro»

Un gruppo di richiedenti asilo appena arrivato alla caserma Sasso in contrà Santa Maria Nova. ARCHIVIO
Un gruppo di richiedenti asilo appena arrivato alla caserma Sasso in contrà Santa Maria Nova. ARCHIVIO
Un gruppo di richiedenti asilo appena arrivato alla caserma Sasso in contrà Santa Maria Nova. ARCHIVIO
Un gruppo di richiedenti asilo appena arrivato alla caserma Sasso in contrà Santa Maria Nova. ARCHIVIO

Prima di decidere se entrare o meno nel programma di accoglienza, pretendevano di visitare l’appartamento dove sarebbero stati alloggiati. Che, per inciso, doveva essere rigorosamente in centro città. E, solo se fosse stato di loro gradimento, sarebbero tornati in caserma la settimana successiva per farsi identificare e fotografare, come prevede la procedura per ottenere lo status di rifugiati.

È la singolare richiesta avanzata ieri mattina alla caserma Sasso da 9 stranieri provenienti dalla Guinea, di età compresa tra i 18 e i 36 anni, che hanno tenuto impegnati i poliziotti per più di 2 ore. Alla fine, gli africani sono stati costretti a sottoporsi al fotosegnalamento, altrimenti sarebbero stati espulsi. E si sono inoltre dovuti accontentare di una camera d’albergo.

Tutto è cominciato attorno alle 8.30. È a quell’ora che gli stranieri, provenienti dal Centro di identificazione ed espulsione di Trapani, dove erano stati ospitati per circa un mese dopo lo sbarco, sono scesi dal pullman e hanno subito affermato di non voler rispettare il protocollo. Parlavano solo in francese e, per farsi capire, è stata necessaria la traduzione di una interprete. Che, imbarazzata, ha messo al corrente gli agenti delle intenzioni del gruppo. Gli africani avevano le idee chiare e non volevano ricevere un no come risposta: pretendevano di andare a vivere in un’abitazione in una zona centrale del capoluogo e chiedevano una settimana di tempo per capire se soddisfaceva le loro esigenze. In caso affermativo, si sarebbero ripresentati per le fotografie di rito e avviare le pratiche per chiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Sentendo quelle parole, i poliziotti non hanno creduto alle proprie orecchie. Si sono domandati come fosse possibile che persone che sostengono di essere scappate da guerre e persecuzioni potessero avere quell’atteggiamento. Hanno cercato di farle ragionare, ma non c’è stato nulla da fare. E, dopo aver portato molta pazienza, hanno contattato la questura.

Poco dopo, il personale dell’ufficio Immigrazione è arrivato alla Sasso e ha messo gli stranieri di fronte a una scelta: farsi identificare subito, oppure tornare in un Cie ed essere poi rimpatriati. I guineani hanno ribadito la propria posizione e così i poliziotti li hanno accompagnati fuori dalla caserma per portarli in questura. Solo allora il gruppo ha capito che era il caso di obbedire e, dopo l’identificazione, è stato portato all’hotel Adele.

I guineani non sono però gli unici richiedenti asilo che, negli ultimi giorni, hanno preteso di scegliere la propria collocazione. Tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina, un profugo del Gambia, di 21 anni, si è presentato due volte in prefettura con i propri bagagli per chiedere di essere trasferito in città, perché a Crespadoro, dove si trova attualmente, si annoia e fa troppo freddo. Entrambi i tentativi sono caduti nel vuoto e lo straniero è tornato in pullman al suo alloggio.

Valentino Gonzato

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