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Il processo

BpVi, il giudice
«La sentenza
entro il 2020»

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L'udienza per il crac BpVi nell'aula bunker di Mestre. BERNARDINI
L'udienza per il crac BpVi nell'aula bunker di Mestre. BERNARDINI
L'udienza per il crac BpVi nell'aula bunker di Mestre. BERNARDINI
L'udienza per il crac BpVi nell'aula bunker di Mestre. BERNARDINI

MESTRE. ore 15.30 «Puntiamo a chiudere il processo relativo alle vicende del dissesto della Banca Popolare di Vicenza entro il 2020»: lo ha detto, a margine dell’udienza del processo che vede imputate sei persone ai vertici dell’estinto istituto di credito tra cui l’ex presidente Gianni Zonin, il presidente del collegio giudicante Lorenzo Miazzi. «Pensiamo che chiuse le fasi preliminari - ha rilevato - ad aprile inizierà il dibattimento, proprio per arrivare al 2020 abbiamo fissato un calendario di udienze serrato».

 

Il tutto mentre gli avvocati, sperando in una maggiore tranquillità attorno al pur importante processo, propendono per la sede naturale del Tribunale di Vicenza anziché proseguire nell’aula bunker di Mestre dove oggi si è tenuta udienza. Sempre a margine, i legali delle parti civili hanno ritenuto pretestuose, al momento, le contestazioni a carico dei loro assistiti da parte delle difese: le loro repliche sono programmate nei prossimi giorni.

 

L’avvocato Luigi Ravagnan, parte civile nel processo, ha sottolineato come l’inchiesta sulla Popolare di Vicenza che si è allargata al filone della bancarotta potrebbe portare, con un secondo processo, «ad una estensione dei provvedimenti di sequestro per equivalente a causa della gravità del reato, che prevede fino a 12 anni di carcere, permettendo di rastrellare beni oltre alle sole proprietà dei singoli futuri indagati, anche agli eredi, beni che andrebbero a beneficio dei soci vittime del crac». Su questo secondo aspetto il Pm Gianni Pipeschi si è limitato ad un «no comment» essendo l’indagine in corso.

 

ore 15 Nel corso dell’udienza i legali della difesa hanno cominciato a replicare, una per una, alle richieste di parte civile chiedendo il rigetto da parte del collegio per i più svariati motivi.

Sono state contestate, in particolare, la consegna degli atti dove figurava il nome della presunta parte offesa con prima il nome di un legale e poi di un secondo, di fatto creando una sorta di doppioni; l’inesattezza o mancanza della trasmissione alle difese di parte degli atti. Contestate poi l’ipotesi di doppia richiesta di ammissione con diversi legali, creando una sovrapposizione ritenuta invalidante o il fatto che ci siano dei casi dove il richiedente contesta uno solo dei reati ascritti (aggiotaggio) tralasciando quelli di ostacolo all’autorità di vigilanza e falso in prospetto informativo ma anche l’incompletezza della richiesta che si sarebbe tradotta in un semplice "esposto". Eccepito infine il fatto che vi siano casi in cui chi chiede di essere ammesso come parte civile fosse stato socio della Banca Popolare di Vicenza solo prima prima del crac.

Le prossime udienze sono previste il 29 e 31 quando proseguiranno le repliche delle difese, cui seguiranno quelle dei difensori delle parti civili e dei Pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, quest’ultimo oggi assente così come tutti gli imputati.

 

ore 11 Il giudice Lorenzo Milazzi, presidente del collegio composto dai giudici Elena Garbo e Deborah De Stefano, ha ufficialmente aperto l’udienza del processo BpVi nell’aula bunker di Mestre.

L’udienza è interamente dedicata, su decisione del presidente del collegio Miazzi, alle difese per contestare le richieste delle numerosissime parti civili richiedenti (oltre 9mila con 400 avvocati). Per velocizzare le udienze, Miazzi ha esortato le parti a presentare istanze e allegati oltre che in cartaceo anche in digitale mentre per l’appello si sta sperimentando un sistema elettronico per registrare con la
lettura dei codici fiscali degli avvocati.

 

ore 10 Si tiene oggi, giovedì 24 gennaio, la prima udienza per il crac di BpVi nell’aula bunker di Mestre, dove il dibattimento è stato trasferito in attesa degli adeguamenti strutturali all’aula collegiale del tribunale di Borgo Berga. Al momento nessun manifestante all'esterno dell’aula.

 

Nel maxi processo contro gli ex vertici della Banca, a partire dall'ex presidente Gianni Zonin, si sono costituite circa 9 mila parti civili. Gli imputati sono tutti accusati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza di Bce, Bankitalia e Consob, e di falso in prospetto. 

M.B.

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