<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Prima lo spinello,
poi rave e spaccio
«Potevo morire»

.
Con lo spaccio il tossicodipendente guadagnava migliaia di euro
Con lo spaccio il tossicodipendente guadagnava migliaia di euro
Con lo spaccio il tossicodipendente guadagnava migliaia di euro
Con lo spaccio il tossicodipendente guadagnava migliaia di euro

VICENZA. «Da sette mesi sono pulito, non mi buco e non assumo droghe di nessun tipo: ho 37 anni e dall'età di 14 ho provato di tutto. Ho spacciato, ho visto una ragazza morire in un rave, mentre la gente le ballava attorno. Sono arrivato a guadagnare 12 mila euro al mese smerciando ogni genere di sostanze. In una notte, alle feste illegali, prendevo anche 13-14 pasticche di ecstay, una all'ora. E, insieme, cocaina, funghi allucinogeni, ketamina, interi cartoni di Lsd. Ho contratto l'epatite C e fegato e milza sono messi piuttosto male, non so se a causa di una siringa infetta o di un rapporto sessuale non protetto».

 

La ricostruisce così la sua vita di tossicodipendente e spacciatore uno degli ospiti di una struttura residenziale della città, l'unico ad aver accettato di ripercorrere, dolorosamente, un passato ancora recente. Senza fronzoli e in tono quasi cronachistico, guardandoti dritto negli occhi, sottolinea i mesi di astinenza, 7, un traguardo impensabile fino ad un anno fa per chi, per oltre metà della sua esistenza, ha convissuto con il peso della dipendenza.

 

«Avevo una ragazza, siamo stati insieme per 10 anni, l'ho iniziata io alla droga - rivela - d'estate andavamo a spacciare al mare, ad un certo punto lei ha deciso di smettere. Avrei voluto farlo anch'io, non ci sono riuscito: mi ha lasciato».

Sulla pelle i segni dell'eroina, «se penso ai cocktail micidiali che mi facevo sono fortunato ad essere ancora qua», torna con i ricordi a quando, figlio di una famiglia benestante che non gli ha mai fatto mancare niente («però ho sempre lavorato, questo ci tengo a dirlo») conobbe per la prima volta la cannabis: «Cominciò tutto da lì, da una canna in compagnia, poi mi avvicinai all'universo dei rave e all'inizio ci andavo davvero solo per la musica, goa e techno, mi piaceva tanto che entrai nell'organizzazione, sia nelle città italiane che all'estero».

Ma siccome «non c'è rave senza droga», il salto nel buio gli sembrò allora quasi una naturale conseguenza: «A 16 anni cominciai a spacciare, prima fumo, poi cose chimiche, dall'ecstasy alla ketamina; quando cominci a guadagnare soldi facili è difficile smettere». Più di 12 mila euro al mese «oltre ai 3 mila di stipendio del mio lavoro principale» spesi in tutto e niente, in futilità oggi torbide e indefinite come questa lunga apnea chiamata tossicodipendenza.

 

Guarda con preoccupazione, lui che la conosce bene, alla piazza dello spaccio di Campo Marzo «dall'1 di notte puoi trovare quello che vuoi, compresa l'eroina killer», ma si rasserena immaginando il futuro dopo la comunità: «La morte di quella ragazza al rave, avevo 18 anni, mi fece impressione ma non servì a farmi smettere, oggi però - dice convinto - sento di potercela fare, mi sto specializzando come panettiere e pasticcere, tra un anno quando uscirò da qui cercherò un lavoro in cucina». 

G.AR.

Suggerimenti