VICENZA. Per anni avrebbe reso la vita famigliare un inferno. Avrebbe picchiato e insultato la moglie con cadenza quasi quotidiana. Il suo ritornello era «devi portami rispetto, adesso ti insegno come si fa». Era arrivato a lasciarla affamata e al freddo, senza fornirle in minimo necessario per sopravvivere, per “educarla”. Non solo: quando lei era incinta, l’avrebbe stuprata, dopo averle legato i polsi affinché non si potesse sottrarre alla sua furia. Ora, un cittadino marocchino di 44 anni, residente in città, è a processo davanti al collegio, in tribunale, per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Lei, una connazionale di 36 anni, lo accusa di averle distrutto la vita.